La Regione Lombardia ha fatto da capo espiatorio per la nazione nella prima ondata di Coronavirus. L’impatto dell’infezione ha provocato nella regione disordini di ogni tipo, la sanità lombarda, da sempre considerata tra le più all’avanguardia, per lo meno in Europa, è stata messa in ginocchio soprattutto perché sono stati commessi errori clamorosi. E’ mancata la coordinazione tra sanità e Regione, quindi non si sono ordinate in tempo le attrezzature, non sono state istituite in tempo le zone rosse, non si sono tutelati i medici e gli operatori sanitari, oltre che i malati di Covid e quelli presenti nelle Rsa. Errori, questi, da cui avremmo dovuto imparare. Eppure così non è stato. La seconda ondata sta lasciando le stesse macerie della prima. Alcuni politici irresponsabili continuano a comportarsi irresponsabilmente. Di tutto questo ne sa qualcosa Luca Fusco, che ha dovuto pagare a caro prezzo gli effetti della prima ondata nel bergamasco.
Morti per nulla
L’eccellenza sanitaria lombarda, dopo l’arrivo della pandemia di Coronavirus, non può più considerarsi tale. A farcelo capire non sono state le parole di qualche sostenitore del Conte bis, né di qualche militante “di sinistra”, niente di tutto questo. Chi oggi si permette di criticare le scelte della Regione Lombardia, riguardo alla gestione dell’epidemia, ha vissuto in pieno la prima ondata, è stato per prima vicino al fuoco dell’inferno. Luca Fusco, presidente del comitato delle vittime Covid di Bergamo, come tanti non si capacita di veder ripetere, nelle altre città lombarde, le stesse dinamiche e gli stessi errori commessi a Bergamo e Brescia nella prima ondata. Se poi, a questo scenario di mala gestione, si aggiunge Gallera che posta la foto mentre sta facendo Jogging dove non è permesso, cioè fuori dai confini del Comune di Milano (quando Milano era in zona rossa), allora si capisce meglio il perché dello sconforto di Fusco. Neanche la perdita di vite umane della prima ondata è riuscita a suscitare una risposta adeguata da parte dell’amministrazione lombarda. Dice Fusco:
«Avevamo la speranza che i morti di Bergamo avrebbero difeso il resto d’Italia. E invece il nostro sacrificio non è servito a nulla. I pazienti sono stati lasciati un’altra volta da soli a casa perché è saltato nuovamente il sistema»
Denunceremo -verità e giustizia per le vittime di Covid-19
Nella pagina Facebook del comitato, aperta il 22 marzo con già 70mila iscritti- Noi Denunceremo – Verità e giustizia per le vittime di Covid-19 – piovono le testimonianze, anche di persone del centro-sud. Le diverse vicende narrate dai parenti dei morti per Covid-19 sono state depositate alla Procura di Bergamo che ora sta indagando per epidemia colposa. Al dolore per la perdita del padre – anch’esso morto in una Rsa intasata di Coronavirus – si aggiunge la rabbia di vedere nuove stragi e vecchi errori, racconta Fusco ad Andrea Tornago dell’Espresso:
Qui da noi c’era il libro mastro degli errori da non ripetere: la scarsa disponibilità di test, il tracollo dei dipartimenti di prevenzione, le chiusure decise in ritardo, l’ospedalizzazione del virus, la carenza di bombole di ossigeno.
La storia sembra dunque tragicamente ripetersi, quello che in questi giorni sta succedendo a Milano, Varese, Como e Monza, a marzo ed aprile lo avevamo visto a Bergamo, Brescia, Pavia e Cremona. Giungono testimonianze, dice ancora Fusco, di persone decedute in casa perché l’ambulanza non arrivava, di farmacisti che lamentano la mancanza di bombole d’ossigeno a Milano negli ultimi 15 giorni, di medici e operatori sanitari lasciati (nuovamente) senza dispositivi di protezione. Fusco era addirittura per la non-riapertura, cioè sperava che la Lombardia restasse in zona arancione, piuttosto che passare ad essere gialla:
Lancio un appello: lasciateci la zona arancione perché la Lombardia non è pronta per una zona gialla. Domenica qui si riaprirà e questa settimana di liberi tutti prima di natale sarà pericolosissima
I maestri della Regione Lombardia
Su Facebook e Instagram l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, qualche giorno fa scriveva: “Oggi 20 km lungo il naviglio Martesana – la maratona è maestra di vita – stringere i denti e non mollare mai”. Se la maratona è maestra di vita, per il virologo Andrea Crisanti , Gallera non è proprio un buon maestro da seguire in questi tempi pandemici. Scrive Crisanti:
“Per una cosa simile in Inghilterra si sarebbe dovuto dimettere. Ma siamo in Italia…”
Ovviamente, la violazione delle norme anti-Covid da parte dell’assessore ha suscitato molte critiche sui social, come anche tra le fila dell’opposizione in Regione. In zona arancione non si può fare sport di gruppo e uscire dal proprio comune di residenza. Peccato che Gallera sia andato a correre insieme a quattro amici fuori dai confini comunali. Ma la gestione della Regione Lombardia può contare su un altro “maestro”, oltre che sul Gallera. E’ sempre di questi giorni la notizia di Attilio Fontana che esplicita difficoltà nel reperimento dei vaccini antinfluenzali. Il governatore lombardo ha scritto alla procura allo scopo di informare i PM che:
“Il timore di intraprendere iniziative o decisioni suscettibili del vaglio di legittimità da parte della magistratura paralizza di fatto l’opera dei funzionari di Aria”
Per chi non ne fosse al corrente, l’attuale presidente della regione Lombardia questa estate è stato indagato per per l’affidamento senza gara di una fornitura di camici. Fornitura che, attraverso qualche trucco burocratico, si è poi trasformata in una “donazione”. Ora Fontana afferma che i funzionari Aia, (ovvero, la centrale acquisti della Regione Lombardia) temono di procedere con le trattative private, con gli acquisti, per non rischiare controversie penali.
Ma dove viviamo?
Nello specifico sarebbe stato paralizzato l’acquisto di 350mila dosi di vaccino antinfluenzale da una società svizzera. In realtà nella lettera indirizzata alla procura tramite i suoi legali si legge che gli addetti ai lavori “si rifiutano di di acquistare a trattativa privata salvo che il presidente Fontana ottenga l’autorizzazione della procura”.
Ma come può essere che chi rappresenta le istituzioni, non riesca a fare il suo lavoro perché teme di commettere illegalità nei (propri) procedimenti da compiere? E’ come se un poliziotto chiamato a intervenire, si rifiutasse di agire perché il sospettato potrebbe essere assolto da un giudice. Non c’è modo migliore di commentare queste prassi politiche, che stanno attanagliando un’intera regione, attraverso le parole di Fusco:
Ma come fa un assessore come Giulio Gallera, che gestisce la sanità lombarda in questa fase, a trovare il tempo di fare jogging e di postare le foto come un ragazzino? Io non riuscirei neanche a prendere sonno. Ricevo telefonate di medici di base che devono scegliere chi vaccinare e chi no contro l’influenza tra soggetti a rischio. E il governatore Attilio Fontana che scrive alla Procura di Milano per assumersi la responsabilità di avere ordinato senza gara vaccini in Svizzera. Ma dove viviamo?