Uno sponsor…regale per la moda Cruelty-free. Anche la regina Elisabetta II d’Inghilterra ha deciso di abbandonare le pellicce ottenute attraverso il maltrattamento e l’uccisione degli animali. Da ora in poi la monarca inglese per tenersi al caldo nei mesi invernali si affiderà solo a pellicce ecologiche sintetiche.
A svelare l‘ultima novità in campo della moda direttamente da Buckingham Palace è Angela Kelly, sarta di sua maestà, nel suo libro The Other Side of the Coin: The Queen, the Dresser and the Wardrobe. I portavoce reali hanno confermato la notizia.
Un cambiamento che parte da lontano
La svolta animalista è iniziata nel 2008 con la sostituzione di un rivestimento in visone con una pelliccia sintetica, sino ad arrivare al definitivo stop odierno. Numerose associazioni animaliste si sono già espresse applaudendo la decisione.
No alle pellicce, ma…
Il no alle pellicce però non riguarderà i capi di abbigliamento già in possesso della sovrana. La regina Elisabetta molto probabilmente indosserà ancora vesti, cappotti, cappelli e scialli già in suo possesso.
L’importanza della scelta
L’adesione della monarchia inglese – le duchesse Meghan Markle e Kate Middleton hanno da tempo abbandonato il pelo e anche i principi William e Harry si sono più volte schierati in difesa degli animali – assume un connotato di particolare rilevanza.
Per secoli le pellicce sono state considerate il simbolo dello status sociale nobiliare, indossate durante incoronazioni e cerimonie. Abbandonarle significa mettere il buon senso al di sopra dell’ego monarchico e delle sue antiche usanze ormai in buona parte superate. Significa abbracciare una modernità sempre più sensibile ai diritti degli animali e alle conseguenze ambientali ed ecologiche che la produzione di pellicce comporta.
Con questo gesto la monarchia inglese rafforza un messaggio inequivocabile. anche considerando i 93 anni di età della regina: l’ambiente e il rispetto degli animali non sono una cosa moderna per gente giovane. La salvaguardia sua e delle forme di vita tocca giovani e adulti, regali e gente comune, indistintamente.
E non importa se il cambio di rotta sia legato ad un reale interesse personale o a un tentativo di riportare la monarchia più vicino al suo popolo. Quello che conta è che uno “sponsor” del calibro di Elisabetta II può aiutare a sensibilizzare ulteriormente sul tema e segnare la strada per paesi, istituzioni, semplici cittadini che ancora non hanno preso a cuore questa tematica.
Qualcosa è stato fatto – di recente ad esempio il bando alle pellicce nello stato della California – tanto deve ancora essere fatto. Se persino la regina si inchina all’ambiente, perché non farlo anche tu?
Beatrice Canzedda