Un 2016 ricco di album
Scrivere di musica e di album non è mai semplice e questo perché inevitabilmente si finisce con il buttar giù una classifica che per quanto possa osservare dei parametri oggettivi, rimane del tutto personale.
È stato un anno ricco di musica, bella musica. Un anno che in particolar modo ha dato rilievo a quella musica che viene dal basso, a partire dalla riscoperta della scena indipendent.
Ma “bando a isterismi”, come direbbe Tondelli, andiamo a una classifica che seppur corposa, vuole dare una lista che non elenchi soli 10 eletti.
La musica per me è spazio, è vita, e proprio per questa motivazione non merita sintesi.
Non troverete i soliti mainstream album, o magari talvolta si. E strada facendo qualcuno avrà anche un breve commento.
Senza ulteriori chiacchiere, in ogni caso, vi lascio alla mia selezione, in ordine di uscita.
La classifica
- MARSHMELLO, Joytime
A metà strada tra progressive house e trap, Joytime del dj e producer EDM Marshmello, di cui l’identità continua ad essere sconosciuta – mascherato come Daft Punk e Deadmau5 durante i live show – l’album di debutto è composto di 10 canzoni e prodotto dalla sua etichetta Joytime Collective.
Un album che oltre a rivelarne la bravura, lo fa ufficialmente entrare all’interno della classifica dei migliori dj al mondo.
E Keep it Mello!
- ANDERSON PAAK, Malibu
- STEVEN WILSON, Transience
- MONEY, Suicide songs
- TEDESCHI TRUCKS BAND, Let me get by
- ERIC PRYDZ, Opus
Lo svedese continua a sorprendere e in quest’ultimo lavoro lo fa con delle sonorità che vanno dalla progressive house, all’electro alla tech house. 19 tracce in cui ospita tra l’altro The Cut e Rob Swire, frontman dei Pendulum.
- KANYE WEST, The life of Pablo
- JACK GARRATT, Phase
- RAY LAMONTAGNE, Ouroboros
- SANTIGOLD, 99 cents
Terzo album della cantante statunitense dalla voce riconoscibilissima, che mischia, osa, unendo indie rock ad elettronica e R&B, oltre a riconfermare 12 volte l’estro che colpisce nel segno, sforna un capolavoro degno di nota. E di audio.
- IGGY POP, Post pop depression
- MODERAT, III
- M83, Junk
E come potrebbe deludere l’indie elettronica degli M83? Junk è un dream pop tutto musica e parole da cantare e ballare. Un album con un tocco soul, techno mista a dance. Un sound che riporta ai tempi de “Il tempo delle mele”, nel sonnambulismo di un tempo perduto.
- CYNDI LAUPER, Detour
- RADIOHEAD, A moon shaped pool
- THE KILLS, Ash & Ice
Quando si parla di indie rock, i Kills sono ormai una certezza. Ash & Ice si impone quale album di svolta artistica evidente, più minimal, ma con dettagli più raffinati, pur conservando quelle caratteristiche stilistiche che li rappresentano e li distinguono da tutto il resto. Riff semplici, percussioni sommerse e grinta da vendere. Forse uno dei migliori album in assoluto di questo 2016.
- THE MONKEES, Forever
- PETER BJORN AND JOHN, Breakin’ Point
- JACK WHITE, Jack White Acoustic Recordings 1998 – 2016
- DIE ANTWOORD, Mount Ninji and da Nice Time Kid
- FATBOY SLIM, Better Living Through Chemistry
- PIXIES, Head Carrier
- THE RADIO DEPT., Running out of love
In Running out of love la maturazione dei Radio Dept. è più che mai evidente. Sembrano abbandonare quel sound che tanto richiamava il shoegaze inglese, per un twee pop elettronico, evidente in This Thing was Bound To Happen tanto per fare un esempio, decisamente più elegante. Ma non è tutto, perché la grandezza artistica di quest’album sta anche nella finalità politica contenuta all’interno: in una fase in cui populismi, partiti nazionalsocialisti, xenofobi e di estrema destra vanno affermandosi, il duo svedese parla di quella società che sta regredendo perdendo di vista l’essenziale. E combatte la rabbia con una musica soave.
- DAVID BOWIE, Legacy
Un vertice emotivo senza ritorno. Legacy è l’esperienza che riporta in vita uno dei più controversi e grandi artisti contemporanei, che non
ha bisogno di presentazioni, il cui nome è ormai inciso nella storia della musica. Parliamo di David Bowie, cogliendo l’occasione per ricordare anche l’uscita a gennaio dell’ultimo album Blackstar, non citato in classifica, ma che merita qui nota. Legacy non è un album qualunque, è la raccolta dei pezzi che hanno creato il mito e il nome di Bowie, che lo hanno reso eterno.
Si parte con Space Oddity, in partenza così verso le greatest hits della leggenda.
Un omaggio che non si può non citare e che ci fa ricogliere l’occasione di ascoltare il pirata di Rebel Rebel.
- JUSTICE, Woman
A 5 anni di distanza dall’ultimo album, il duo dell’electro rock si ripropone con un capolavoro da annoverare tra i migliori in assoluto dell’anno. Stile inconfondibile, probabilmente strizzante l’occhio ai vecchi album, e tuttavia piacevole da ascoltare.
Da hit da radio a pura disco dance anni ’70. Non mancano delle raffinate citazioni musicali all’interno di quest’opera acqua e sapone, dagli ACDC, passando per Nile Rodgers ai Tame Impala, ma d’altronde l’arte è anche questa: pura ricreazione. Chiedetelo a Fatboy Slim e, come disse Jean Luc Godard, “Non è dove prendi le cose, ma dove le porti.”
- ENNIO MORRICONE, Morricone 60
Quando si parla di Ennio Morricone, ci riferiamo al genio creativo, alla grandezza compositiva, ad un nome che almeno tre generazioni non possono ignorare e che rimarrà impresso nell’eternità. 60 anni di carriera, straordinaria carriera di magistrale arte. Ne deriva una raccolta di colonne sonore registrate con l’Orchestra Sinfonica Nazionale Ceca che sotto la direzione del Maestro, ridanno vita alla collezione dei suoi grandi successi.
- THE WEEKEND, Starboy
- THE ROLLING STONES, Blue & Lonesome
Un album per rinascere, ripartendo dalle origini e distruggerli tutti. Che i Rolling Stones fossero un’istituzione lo sapevamo, che potessero scegliere quando ritornare sulla scena spiazzando tutti e gridando, con la loro musica, “qui non c’è storia per nessuno”, beh, non ancora forse. Ma Blue & Lonesome lo fa, con quel blues che celebra una carriera e le conferisce definitivamente l’immortalità. È poesie, è immensità. È l’album più bello del 2016 e non c’è artista che tenga.
- LP, Lost on You
- NEIL YOUNG, Peace Trail
In conclusione
Qualche album potrà essere condiviso, qualcun altro no. Alla fine ciò che conta è quell’interscambio musicale che può portare alla luce quel che altrimenti non è noto.
È stato un anno di riconferme, di sorprese anche, e sulle note finali, ascoltando Coexist degli XX, di cui nel 2017 uscirà il nuovo album, vi auguro un 2017 ricco di musica, che è poi l’essenza della vita.
Di Ilaria Piromalli