È una verità universalmente riconosciuta che una donna in possesso di una lunga storia abbia bisogno di una memoria adeguata.
È proprio di questa memoria che va alla ricerca la protagonista del nuovo, delicato e coinvolgente romanzo di Desy Icardi, edito da Fazi Editore.
Due mesi: questo è il tempo che il tuo piccolo incidente ha spazzato via dalla tua memoria, due mesi dei quali non hai alcun ricordo.
“Senza memoria, ogni cosa perde di valore e di utilità”: La ragazza con la macchina da scrivere è un meraviglioso viaggio alla ricerca di preziosi ricordi smarriti e di risposte a urgenti interrogativi.
Dattilografa in pensione ma dalle dita ancora ben allenate, Dalia si avvale dell’aiuto della sua amata macchina da scrivere – una vecchia ma ancora splendente Olivetti MP1 dalla laccatura rossa – per ricostruire i due mesi che precedono il piccolo incidente. Come? Battendo sui tasti “andando dietro ai ricordi e alla corsa irrefrenabile e involontaria delle dita”.
[…] forse i due mesi precedenti all’incidente, quelli che neppure rammenti di avere vissuto, sono anch’essi conservati nelle tue dita. Ti basterà continuare a scrivere foglio su foglio, episodio su episodio, una pagina dopo l’altra per riportare alla luce quello che la mente non ha trattenuto.
Ti domandi se quanto ti è successo stamane ti accadrà ancora, e quali saranno i prossimi eventi della tua esistenza che i tasti dell’Olivetti riporteranno alla luce.
L’Olivetti è una fedelissima compagna, poco più giovane della sua proprietaria. Ha accompagnato Dalia per tutto il corso della sua vita, sopportando con lei le ingiustizie del fascismo e perfino i momenti bui della Seconda Guerra Mondiale.
Il romanzo si dipana tra Torino e Avigliana in un arco temporale di oltre cinquant’anni; la Dalia del tempo presente è quella dell’anno 1994, ma i salti all’indietro la porteranno con la mente sino alla primavera del 1940 quando, giovanissima, percorreva per andare a lavoro le vie di Avigliana, cittadina piemontese dov’era cresciuta.
Il cuore pulsante che porta sangue a ogni pagina del romanzo è costituito dal legame di Dalia con la sua sfavillante Olivetti MP1.
Un pizzicore creativo si sprigiona dal centro delle mani, si irradia lungo le sottili dita e solletica i polpastrelli della protagonista ogni volta che un magico magnetismo la conduce a battere i tasti tondi e lucidi della macchina da scrivere, inaugurando così vere e proprie sessioni di scrittura compulsiva. Questo irrefrenabile istinto si manifesta fisicamente come un formicolio che spinge le dita a saettare freneticamente sulla tastiera saltellando senza controllo e lasciando che mente e corpo si abbandonino a una straordinaria attività che ha in sé qualcosa di misterioso e di mistico.
Le tue dita danzano sulla tastiera seguendo una coreografia che sfugge alla tua comprensione ma che decidi di assecondare e, senza opporre resistenza, inizi a scrivere una nuova storia.
Chiedendo a Desy Icardi se anche lei, come Dalia, vive l’ispirazione all’atto della scrittura come un pizzicore creativo, l’autrice risponde:
Magari! Io ci spero sempre in quel leggendario pizzicore, ma sinora nulla. Le idee giungono a me talvolta inaspettatamente, talaltra a seguito di una qualche suggestione come profumi, immagini o paesaggi; ma una volta che l’idea è catturata devo modellarla con costanza e fatica. Il processo di scrittura è divertente ma anche faticoso, procedo per tentativi: accumulo, sottraggo, monto e smonto fino ad arrivare al risultato desiderato. Stephen King ha detto: “I dilettanti si siedono e attendono l’ispirazione, il resto di noi si sveglia e inizia a lavorare”. Niente pizzicore, dunque, ma tanto lavoro e passione.
LA MEMORIA DELLE COSE
Gli oggetti hanno una loro storia ed è proprio questa a dar loro un valore: sentimentale, non economico, e questo Dalia lo sa bene. Così bene da aver aperto un negozio d’antiquariato dall’insegna fortemente significativa: La venditrice di ricordi.
Che siano oggetti di pregio o soltanto ciarpame, tutti gli articoli del tuo negozio hanno un tratto comune: hanno una storia. Avere una storia è l’unico requisito che pretendi dagli oggetti che metti in vendita, e quando qualcuno si affaccia nel negozio con dei cimeli recuperati in soffitta, per quanto essi possano essere rari o interessanti tu rifiuti di acquistarli se il venditore non è in grado di raccontarti nulla sul loro conto. Lo stesso vale per i clienti: chiunque voglia comprare un oggetto deve essere interessato alla sua storia, altrimenti niente da fare, che vada a fare acquisti in uno di quegli asettici centri commerciali, che da qualche anno spuntano come erbacce a ridosso delle città!
La protagonista ha avviato la sua piccola attività “non tanto per smerciare anticaglie, quanto piuttosto per tramandare memorie”. Dalia tutela e custodisce i cari e preziosi ricordi che tante brave persone le hanno affidato.
Gli oggetti possiedono un potere evocativo: sono portali spazio-temporali che conducono a ricordi, sensazioni e sentimenti. I polpastrelli di Dalia diventano la chiave per aprire quei portali e proteggerne il contenuto dal valore inestimabile: quando la sua memoria vacilla mettendo in pericolo tutte quelle storie, il contatto con gli oggetti aiuta a riportare a galla ciò che rischia di affondare.
Nel suo negozietto, Dalia raccoglie, protegge e tramanda le storie nascoste dietro esseri inanimati che il mondo circostante tende spesso a stimare esclusivamente in base al cartellino del prezzo, ma che in verità si prestano a un ben più nobile metro di valutazione.
A proposito di ciò, Desy Icardi racconta che:
Sì, gli oggetti ci accompagnano nel corso della vita e si legano a eventi, persone incontrate ed emozioni. Capita talvolta che un oggetto insignificante, come l’anello per le tende che Dalia si ritrova in tasca all’inizio del romanzo, abbia per noi un valore decisamente superiore a quello monetario. Mi sono perciò divertita a immaginare un negozio nel quale gli oggetti non sono valutati per il loro pregio, ma per la storia di chi li ha posseduti.
SENSI, LETTURA, SCRITTURA
Dalia si abbandona alla sensorialità, al tatto, esaminando con i suoi polpastrelli sensibilissimi le superfici degli oggetti che tocca come se entrasse in intima comunicazione con essi. Mediante le sue dita, la protagonista cerca una connessione fisica che diviene la chiave per sbloccare la mente appannata e riappropriarsi dei propri ricordi, come accade quando pigia i lisci e freschi tasti dell’Olivetti. Dalia ha un’abilità prodigiosa, tutta concentrata nei polpastrelli formicolanti.
Ora accarezzi la tua vecchia macchina da scrivere; un lieve formicolio ti scorre lungo le dita facendoti fremere i polpastrelli. Colta da un improvviso ghiribizzo, accosti gli scuri della finestra, infili un foglio nel carrello dell’Olivetti rossa e, immersa nel buio, lasci che il formicolio ai polpastrelli svanisca al fresco contatto con i tasti.
Se L’annusatrice di libri, precedente romanzo sensoriale dell’autrice torinese, costituiva un omaggio alla passione per la lettura ove la protagonista leggeva con l’olfatto inebriandosi degli odori emanati dalle pagine, La ragazza con la macchina da scrivere si concentra sul rapporto con la scrittura e sposta la sua attenzione su un altro dei nostri cinque sensi: il tatto.
Desy Icardi riserva sempre uno spazio importante alla sensorialità. Lei stessa dichiara:
Prima di essere una scrittrice sono innanzitutto una lettrice e desidero che le mie letture non siano soltanto un mero elenco di accadimenti, ma che riescano a restituirmi emozioni sensoriali: profumi, suoni, immagini. Intendo la lettura come un’esperienza multisensoriale ed è questa multisensorialità che cerco di infondere alle mie storie.
Desy Icardi è totalmente padrona del suo universo narrativo.
UNA TECNICA NARRATIVA CHE TIENE CON IL FIATO SOSPESO E FA LIEVITARE LA CURIOSITÀ. In una ritmata alternanza di flashback sul proprio passato e di ritorni al momento presente della storia, Dalia rivive eventi ed emozioni imprimendone i ricordi sui fogli bianchi mediante la cara Olivetti MP1. La lettura è costituita da regolari tuffi temporali all’indietro, immersioni dalle quali si riemerge per poi tuffarsi di nuovo e, ancora, riemergere con la voglia crescente di saltare per l’ennesima volta assieme alla protagonista del libro.
La prosa poetica, il frizzante umorismo, il respiro delicato e garbato – ma al contempo incisivo e deciso – sono elementi che rendono La ragazza con la macchina da scrivere un romanzo davvero squisito.
Annapaola Ursini