La raffinatezza e il grottesco in Quentin Massys

“Quinten di Lovanio”, appellato così dal Guicciardini nella sua opera “Descriptione de tutti i paysi bassi”, è un artista peculiare per il suo equilibrio tra la propria sensibilità fiamminga e lo spirito del Rinascimento.

Nato nel 1466 da un fabbro-orologiaio, dopo il matrimonio del fratello maggiore, egli assunse la direzione della fucina paterna svolgendo con successo l’attività. All’età di trent’anni si instradò verso la pittura. Nel 1491 entrò a far parte della Confraternita di San Luca ad Anversa, come pittore indipendente, e gli venne commissionata un’opera per l’altare della Cappella della Confraternita di Sant’Anna, nella Collegiata d S. Pietro a Lovanio.

In seguito eseguì un’altra pala per la corporazione dei falegnami di Anversa: il Trittico di San Giovanni (1508).

La maggior parte delle commissioni gli vennero dalle corporazioni di Lovanio e Anversa, non considerato da regnanti quali Carlo V e Margherita d’Austria. Eseguì due ritratti per personalità importanti quali Moro ed Erasmo, grazie all’intercessione del segretario dello scabino di Anversa. Incontrò artisti del calibro di Durer, Luca di Leida e Holbein.

L’habitus fiammingo era evidente in una sua opera giovanile “La vergine circondata da angeli musicanti”. Qui la simmetria nella composizione, la monumentalità della Vergine, il trono decorato di motivi tardo-gotici, una durezza nella mimica dei personaggi riportava ai canoni stilistici dei primitivi fiamminghi.

Mentre nel successivo Trittico di S. Anna (Museo d’Arte Antica, Bruxelles) illustrava i principali avvenimenti della vita della santa e si nota l’influenza dell’arte italiana rinascimentale nello sfondo architettonico. L’opera era intrisa di equilibrio, armonia e una certa solennità; peculiare l’introspezione psicologica dei personaggi espressa da una loro caratterizzazione ingenua nei tratti, ancor di scuola antica.

Di differente natura la struttura compositiva del Trittico di S. Giovanni, dove vi era un blocco omogeneo, equilibratamente alternato tra pose contrite e morbide, pregno di pathos e raccoglimento.

Fonte: commons.wikipedia.org
Fonte: commons.wikipedia.org

L’equilibrio perfetto tra le due anime, fiamminga e rinascimentale, si rivelò nel Ritratto di Maria Maddalena. Lo sguardo lievemente inclinato verso il basso, pieno di pudore, la bocca sottile, la testa piegata, le dita slanciate. Infine nel “La Vergine e il Bambino” l’artista porta a maturazione il suo accoglimento della poetica rinascimentale, la piena armonia della rappresentazione, l’impianto prospettico, la brillantezza delle tinte.

L’aspetto grottesco, brutale, meschino della quotidianità e del reale trovarono espressione nel suo “Gli usurai”, il “Vecchio innamorato”, “Il cambiavalute e sua moglie”.

Quinten non sarà mai un pittore ufficiale come Van der Weyden o Memling, ma era dotato di un intuito psicologico e sdoganò il quadro di genere, mettendo sullo stesso piano la scena di costume e il tema sacro.

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