11 morti e quasi 200 feriti, questo il triste bilancio dei violenti scontri in Messico, tra gli insegnanti e le forze governative,ma andiamo con ordine . Il governo di Enrique Pena Nieto, vara una riforma della scuola fortemente sfavorevole per gli insegnanti. In pratica, con questa riforma, si sfascia l’ordinamento scolastico pubblico, a favore delle scuole private, inoltre ci sono tagli drastici agli stipendi, ma anche allo stesso personale. Passata la riforma, i sindacati organizzano le mobilitazioni, previste per il 18 giugno. Poche ore dopo la decisione di manifestare, vengono arrestati due esponenti del sindacato di estrema sinistra CNTE, Ruben Nunez e Francisco Villalobos, accusati di appropriazione indebita e corruzione. Scendono in strada gli insegnanti che chiedono oltre allo stralcio della riforma, anche la scarcerazione dei due leader del sindacato, vittime secondo i manifestanti, di una ritorsione del governo. A Oaxaca, nel sud del paese, gli scontri sono durissimi, il governo usa il pugno duro, alla fine della giornata del 18, ci sono già sei vittime tra i manifestanti. Si assistono a scene terribili, scene che riportano la mente agli anni del nazismo, simpatizzanti del governo, rasato in strada gli insegnanti in segno di scherno e umiliazione, cosa che facevano anche i nazisti a chi non lo era. Gli scontri sono continuati, nonostante gli appelli alla calma, anche nei giorni successivi. Purtroppo cresce di ora in ora il bilancio dei feriti, e si spera che non salga quello dei morti che è arrivato a 11. C’è da dire che in Messico, in questi giorni, questa non è l’unica protesta in corso, protestano infatti, anche gli studenti di tutto il paese e i familiari dei 43 studenti desaparecidos, fatti sparire dal governo due anni fa. Erano stati arrestati a seguito di proteste, di loro non si è più avuta nessuna notizia. Ora si teme il peggio. Si fanno sempre più fitte le indiscrezioni e le voci, secondo le quali siano stati tutti trucidati. Un vero e proprio massacro. Anche lì decine e decine di ferite e città in fiamme, sperando che non ci siano vittime, e sperando che se carneficina fu, giustizia sia fatta al più presto.
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