Il “Don Carlo” di Verdi segna la tensione e l’effervescenza culturale che si fondono in un unico palpito per la Prima della Scala. La serata d’apertura della stagione lirica è imminente, avvolta da un’aura di eccitazione e contesa.
Nel cuore vibrante di Milano, oggi il teatro “La Scala” si veste a festa, pronta ad accogliere il clou di una trilogia magistrale: “Don Carlo” di Giuseppe Verdi solleverà il sipario inaugurale della stagione, con la città in trepidante attesa. L’evento è il culmine di un cammino iniziato con Macbeth nel 2021, seguito poi da Boris Godunov lo scorso anno.
Nell’eccelsa cornice del palco d’onore, le personalità di spicco del panorama politico e culturale prenderanno posto. Questa sera saranno presenti figure istituzionali come il presidente del Senato Ignazio La Russa, il sindaco di Milano Beppe Sala e la senatrice a vita Liliana Segre. Ad affiancarli, altri protagonisti della scena politica nazionale quali il vice premier Matteo Salvini, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e altri esponenti di spicco del panorama governativo e istituzionale.
Tuttavia, la vigilia non è stata esente da contrasti e polemiche che hanno agitato il mondo politico. La mancata presenza del presidente Sergio Mattarella ha scatenato un acceso dibattito sull’assegnazione dei posti, alimentato anche dal rifiuto del saluto istituzionale da parte dei rappresentanti dei lavoratori.
Le polemiche si erano già inasprite da tempo, con voci riguardanti l’assegnazione delle poltrone d’onore. Tradizionalmente destinate al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio e ai “padroni di casa”, quest’anno la situazione si è complicata con l’assenza di Mattarella e Giorgia Meloni per ragioni di agenda. La Russa aveva espresso il desiderio che la senatrice Segre occupasse il palco d’onore, affermando che sarebbe stata un segno di vicinanza e solidarietà nelle vicende mediorientali. Sala, invece, sembrava propendere perché Segre sedesse accanto a lui in platea, un gesto politico di rilievo.
Tuttavia, nonostante le spigolosità, un accordo è stato raggiunto, e l’evento non sarà solo un’occasione per la politica. L’Opera attrae sempre numerosi nomi dell’arte e dello spettacolo: da illustri cantanti come Ornella Vanoni e Patti Smith, al soprano Raina Kabaivanska, alla presenza di figure influenti come il presidente della Triennale Stefano Boeri e l’architetto Mario Botta, che ha dato il suo contributo con la nuova torre di via Verdi.
“Don Carlo” di Verdi è una composizione complessa che gioca con l’amicizia, l’amore e la libertà, in contrasto con il peso del potere e della religione. L’opera si dipana nella Spagna di Filippo II, tratta dal dramma di Schiller, dove i personaggi si trovano spesso soli, intrecciati in sospetti e tradimenti. Il nuovo allestimento, in scena sotto la regia di Lluis Pasqual, domina con i colori nero e oro, simboli di potere, e viene condotto dal magistrale direttore musicale Riccardo Chailly.
Il cast, un vero e proprio “cast favoloso” come definito dal sovrintendente Dominique Meyer, vede protagonisti come Michele Pertusi nel ruolo di Filippo II, Francesco Meli interpretare Don Carlo, Anna Netrebko nel ruolo di Elisabetta di Valois, Elina Garanca come la principessa di Eboli e Luca Salsi nei panni di Rodrigo, marchese di Posa.
Ma la Scala non si ferma alla serata inaugurale: l’opera rimarrà in scena fino al 2 gennaio, e le richieste di biglietti hanno già affollato le casse. Chi non può assistere in prima persona potrà gustarsi lo spettacolo del “Don Carlo” su Raiplay per 15 giorni dopo la prima, oltre a essere trasmesso da broadcaster in tutto il mondo, da ARTE in Europa al formato 4K HDR in Giappone, e persino nelle sale cinematografiche di vari paesi, Italia inclusa.
In conclusione, quella di questa sera sarà una performance unica, dove la musica, l’arte e la politica si fondono in una sinfonia di emozioni e controversie, elevando l’Opera a un momento di pura intensità e significato culturale, che trascende le barriere della tradizione e della geografia.