La preoccupante situazione della pedopornografia online

pedopornografia online

Il resoconto del C.N.C.P.O. non è rassicurante. Come proteggere i minori?

Il Centro Nazionale per il Contrasto alla pedopornografia online (C.N.C.P.O.) si occupa del coordinamento nazionale dei Centri Operativi Sicurezza Cibernetica (COSC) della Polizia Postale che lotta quotidianamente per fronteggiare la pedofilia e la pornografia minorile online.

Come viene spiegato direttamente nel resoconto della polizia postale, pubblicato e disponibile sul sito del Commissariato di PS Online, la continua evoluzione tecnologica influenza la nostra quotidianità e i rischi di criminalità informatica che ne derivano possono essere molto pericolosi soprattutto quando riguardano i minori.

La situazione del 2022 in Italia

Secondo i dati della polizia, sebbene la progressiva ripresa delle attività conseguente alla fine dell’emergenza sanitaria abbia in qualche modo ridotto l’isolamento sociale e portato ad una diminuzione della circolazione di materiale pedopornografico, è comunque stato registrato un aumento dei soggetti individuati e deferiti per violazioni connesse ad abusi in danno di minori.




Lo scorso anno i casi trattati in Italia relativi alla pedofilia e pornografia minorile sono stati ben 4.542. Nel periodo di riferimento sono stati trattati 424 casi per adescamento online. Le indagini della polizia hanno condotto all’individuazione di 1.463 soggetti, di cui 149 tratti in arresto per reati connessi alla materia degli abusi in danno di minori. Parliamo quindi di un aumento di arresti pari al +8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Quali sono le fasce di età più a rischio? I preadolescenti (10-13 anni) sembrano riconfermarsi i soggetti più facilmente coinvolti. C’è tuttavia un trend in lenta crescita che preoccupa notevolmente e che riguarda i casi relativi ai bambini di età inferiore ai 9 anni.

Le attività per combattere la pedopornografia online

Per far fronte a questo grave problema, sono molte le operazioni investigative coordinate dal Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia online. Tra queste vale la pena citare l’Operazione “Meet up”, condotta sotto copertura all’interno di canali Telegram dedicati alla diffusione di contenuti realizzati mediante sfruttamento sessuale di minori.

Vi è poi, ad esempio, anche l’operazione “Green Ocean”, svolta anch’essa in modalità sotto copertura su piattaforme di messaggistica, che ha portato dapprima a 32 perquisizioni e poi all’arresto di 13 persone per detenzione di ingente quantità di materiale pedopornografico. Questa operazione è stata anche utile a svelare l’esistenza di abusi fisici in danno di due minori di soli 2 e 3 anni. Ma le attività condotte dalla polizia sono moltissime altre: l’operazione “Famiglie da abusi”, l’operazione “Revelatum”, l’operazione “Broken dreams”, l’operazione “Luna”.

Anche se questo non sembra bastare a tranquillizzarci, le nostre armi migliori continuano ad essere l’informazione e l’uso consapevole dei social network e di internet in generale.

Giulia Sofia Fabiani

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