Molte testimonianze letterarie parlano della Porta agli Inferi. Luogo, da sempre, terrificante e oggetto di interesse da parte dei più svariati scrittori e studiosi.
Il primo fra tutti è Dante: nel canto III dell’Inferno, il poeta e Virgilio si trovano di fronte alla porta infernale che, quasi personificata, li avverte della possibilità di non ritorno. I celebri versi recitano così:
Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l’etterno dolore
per me si va tra la perduta gente.
Giustizia mosse il mio alto fattore:
fa cenni la divina podestate,
la somma sapienza è il primo amore;
dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogne speranze, voi ch’intrate.
Queste parole di colore oscuro vid’io.
Parole forti e tetre che colpiscono l’anima di chi legge. Insomma, un duro ammonimento che lascia spazio solo al dolore e alla paura. Un luogo figurato che è diventato celebre in tutto il mondo e che nei testi scritti vede altri precedenti come nel profeta Isaia, nell’evangelista Matteo e nell’Eneide di Virgilio.
Dunque, un argomento fonte di grande interesse che da sempre suscita l’ammirazione di appassionati del genere. Del resto chi non sarebbe curioso di entrare in un luogo in cui poter incontrare demoni, anime dannate e divinità infernali?
Dalla fantasia alla realtà il passo è breve. Un posto così, vicino all’immaginario comune, si trova nel deserto del Karakum, in Turkmenistan, a circa 260 km a nord da Ashgabat.
In questa zona c’e’ un cratere artificiale formatosi nel 1971, in cui le fiamme, dopo quasi cinquant’anni, divampano ancora. I locali e i viaggiatori la chiamano appunto “La porta agli Inferi” o “I cancelli dell’Inferno”.
La voragine si è aperta in realta’ a causa di un incidente da parte di un’equipe sovietica che stava cercando petrolio. Il team, all’epoca, aveva perforato la zona senza sapere che sotto ci fosse metano e così, durante l’apertura, il gas ha preso fuoco, facendo crollare il terreno, fortunatamente senza provocare vittime.
Per evitare che il gas si propagasse ulteriormente nei paesi limitrofi e nell’ambiente circostante, il team sovietico ha deciso di dargli fuoco nella speranza che il gas venisse consumato. Ma non è stato così. Da quel giorno il cratere brucia ininterrottamente, incutendo timore e curiosita’ non solo nei cittadini locali ma anche nei turisti.
Ad oggi è considerata una vera e propria attrazione tanto che dal 2009 il sito è visitato da più di 50.000 mila turisti ogni anno.
Al momento il cratere è largo 70 metri e profondo 20. Grazie alle sue dimensioni è visibile anche di notte a km di distanza a causa della presenza delle fiamme inestinte. Si è constatato che la temperatura media all’interno della voragine è di circa 1000 gradi centigradi.
Quindi un luogo allo stesso tempo pericoloso e di grande interesse, chissà cosa avrebbe pensato Dante se si fosse trovato di fronte a una realtà del genere!
Laura D’Arpa