La Polonia, come annunciato di recente dalla Polska Agencja Kosmiczna, lancerà nel 2025 la sua prima missione alla Stazione Spaziale Internazionale. Ciò renderebbe l’astronauta Sławosz Uznański il secondo polacco a viaggiare nello spazio. Questa notizia non è una sorpresa ma il risultato di anni di sforzi del Paese in questo campo.L’impegno della Polonia rivela delle ambizioni ben più profonde di quel che sembra.
Si chiamerà “Ignis” la prima missione scientifica e tecnologica della Polonia verso la Stazione Spaziale Internazionale, frutto della collaborazione tra l’ESA (European Space Agency) e la POLSA (Polish Space Agency).
Annunciata negli scorsi giorni da entrambe le agenzie, la missione vedrà come protagonista Sławosz Uznański, che prima di unirsi all’ESA lo scorso anno ha collaborato in precedenza con il CERN, la NASA e l’UE in qualità di esperto tecnico. Sarà il primo polacco in quasi 50 anni ad andare nello spazio, seguendo le orme di Mirosław Hermaszewski che nel 1978 era a bordo della navicella sovietica Soyuz 30.
La missione, a cui parteciperanno anche India e Ungheria, nasce all’interno della collaborazione con Axiom, l’azienda aerospaziale statunitense fondata da Michael Suffredini che con ciò darà via alla sua quarta missione, denominata Ax-4.
“Ignis” partirà da Cape Canaveral in Florida, mediante un razzo SpaceX Falcon 9 e una capsula Dragon. Anche se non è stata ancora annunciata una data esatta, probabilmente la missione avverrà nella primavera del prossimo anno. L’equipaggio includerà l’astronauta capo di Axiom Peggy Whitson, il pilota indiano Shubhanshu Shukla e lo specialista di missione ungherese Tibor Kapu.
La missione sulla Stazione Spaziale Internazionale durerà approssimativamente 14 giorni, durante i quali verranno condotte ricerche sulla microgravità e attività educative.
Secondo il ministro dello Sviluppo e della Tecnologia polacco Krzysztof Paszyk:
Si tratta di un’importante opportunità per il settore spaziale polacco di sviluppare competenze uniche e accelerare la commercializzazione delle tecnologie spaziali […] Gli esperimenti che verranno svolti nell’ambito della missione polacca includono studi sul microbioma umano, test di materiali innovativi ed esplorazione di progetti di intelligenza artificiale.
“Ignis” sarà inoltre il secondo progetto di una nuova generazione di astronauti europei che parteciperanno a un volo spaziale commerciale con equipaggio umano per Axiom Space. Simbolo di questo evento di enorme portata storica è la stessa patch della missione: l’aquila bianca e rossa emblematica della nazione polacca forma una fiamma (che è proprio il significato del nome della missione), a cui si accompagnano l’Orla Perć (il sentiero dei Monti Tatra), l’orizzonte rappresentato da una linea argentata che simboleggia un nuovo inizio e la costellazione dello Scudo, scoperta all’astronomo Johannes Hevelius nato a Danzica.
Come confermato dall’ex ministro Waldemar Buda che ha firmato l’agreement tra la Polonia e Axiom lo scorso anno, questa è un’opportunità davvero prestigiosa per la Polonia. Infatti, secondo le parole della viceministra Kamila Król:
Ci auguriamo che le lezioni trasmesse dalla ISS, condotte da un astronauta polacco, raggiungano migliaia di studenti e si traducano in un grande interesse per il tema dello spazio tra i giovani polacchi.
Modernizzazione e strategie politiche
La Polonia vanta in realtà una tradizione abbastanza lunga per quanto riguarda la tecnologia aerospaziale, le cui radici affondano all’epoca sovietica e sono strettamente connesse alle politiche della Guerra Fredda, come dimostra il programma socialista Interkosmos.
In seguito alla dissoluzione dell’URSS, il Paese ha deciso di sviluppare indipendentemente le proprie capacità in questo ambito, decidendo di unirsi all’ESA a metà degli anni 2000 mentre nel 2014 è nata l’Agenzia Spaziale Polacca, dopo i lanci dei primi satelliti e nanosatelliti.
La collaborazione con gli Stati Uniti, che nasconde anche una cooperazione di tipo politico e militare, nasce nel 2021 quando la Polonia è tra i primi Paesi a firmare gli Artemis Accords, una serie di accordi promossi dalla NASA con lo scopo di estendere l’esplorazione spaziale e riportare l’uomo sulla Luna.
La svolta avviene nel 2023, quando il Paese si unisce ad Axiom e annuncia una spesa di 295 milioni di euro destinati all’ESA per gli anni 2023-2025, allo scopo di produrre nuove tecnologie, prodotti e servizi nel campo delle comunicazioni satellitari, della navigazione e dell’osservazione della Terra.
Nell’agosto del 2024, invece, la Polonia ha lanciato in orbita EagleEye, il più grande satellite polacco di sempre, grazie al supporto di SpaceX di Elon Musk nella base spaziale di Vandenberg in California, un evento che è già diventato una pietra miliare della storia polacca. Prodotto interamente in Polonia con un design innovativo, per circa 1 anno il satellite fornirà immagini ad alta risoluzione della superficie terrestre, contribuendo alla raccolta di dati per analisi scientifiche, studio del cambiamento climatico e monitoraggio delle risorse naturali.
Tra i prossimi progetti si contano i lanci di alcune costellazioni satellitari e la creazione di nuovi nanosatelliti per raccogliere dati dalla Terra.
La politica spaziale polacca è chiaramente frutto di importanti ambizioni geopolitiche e dei nuovi equilibri nati in seguito alla guerra in Ucraina, come anche messo in luce dalla Rivista Limes secondo cui la Polonia “punta allo Spazio per contare in Terra”: la corsa allo spazio della Polonia non é altro che uno specchio delle strategie politico-militari di un Paese ormai sempre più atlantista e anti-russia.