La Polizia di Stato torna a parlare italiano. Quasi. Dopo la disgraziata commessa delle Seat Leon, che per fortuna s’incrociano con una certa difficoltà, perlomeno nella capitale, dove ancora abbondano le vecchie Alfa 159, una nuova incetta di vetture di produzione nazionale (almeno questo non lo si può mettere in dubbio) si appresta ad indossare la divisa bianco/azzurra. In un paio di casi si tratta di graditi ritorni, perlomeno per il nome che portano: Alfa Romeo Giulietta e Giulia, e nel terzo caso invece un debutto Italo-Yankee: Jeep Renegade.
Le Giulietta della Polizia di Stato saranno in tutto 100, destinate ai commissariati, saranno motorizzate con il 1.6 Jtdm-2 da 120 cv, dotate di cambio manuale a 6 rapporti, cerchi in acciaio da 16″ con borchie copriruota e manettino Dna, escamotage tutto moderno che varia taratura di Abs ed Esp e settaggi del motore in tre configurazioni per dare la sensazione di guidare un bolide dalle stratosferiche doti stradali (in modalità Dynamic) e non una banale berlinetta a trazione anteriore. Le Giulia invece saranno solo 2, prese con la formula del comodato d’uso (così come è stato fatto per le due Quadrifoglio in dotazione ai Carabinieri ed in passato alle varie Lamborghini e Lotus della Stradale usate per trasporto organi e compiti rappresentativi), in allestimento Veloce, dotate del nuovo 2.0 benzina turbo Multiair da 280 cv, trazione integrale Q4 e cambio automatico Zf ad 8 marce. Cerchi in lega da 18″. Saranno destinate alla Stradale, per compiti di staffetta alle autorità.
La parte meno nazional-popolare del lotto di nuove vetture della Polizia di Stato è senza dubbio quello delle 79 Jeep Renegade, prodotte in Italia a Melfi e dal notevole riscontro commerciale, grazie alla linea che piace, ed alla meccanica in comune con la Fiat 500 X, affidabile e dalle buone prestazioni. La versione scelta, destinata ai Reparti Prevenzione Crimine (quelle che in gergo chiamano “Uccellacci“, per via dell’aquila che simboleggia il reparto), è la 2.0 Multijet 4WD Active Drive Sport, con motore da 120 cv, trazione integrale, cambio manuale a 6 marce, griglie anteriori in acciaio, così come i cerchi da 16″.
Restiamo in attesa (più che altro speranze, misà) di vedere le strade invase da decine di Giulia destinate alle volanti, dotate di cambio rigorosamente manuale e, in nome dell’economia di gestione della cosa pubblica, del motore 2.2 diesel, magari da 180 cv. Come si suole dire, chi vivrà, vedrà.