Una sala con sei tavoli, ad uno dei quali cinque muratori in trasferta seduti che giocano a briscola.
Una sera qualunque, ospite di un piccolo albergo, per partecipare ad un corso di aggiornamento lontano dalla mia città. Verso le 22:00.
E’ il secondo giorno che vedo giocare a briscola i quattro, dopo cena. Un quinto in disparte osserva, ma non partecipa.
A un tratto chiede di giocare anche lui. Chiaramente si pone il problema che a briscola si gioca in quattro. Qualcuno suggerisce di giocare a briscola in cinque. Il quinto dichiara che non sa giocare ne in quattro ne in cinque. A me sono bastate due sere per capire che oltre che le regole, i quattro non è che siano campioni di briscola. Un errore dopo l’altro e un continuo d’improperi indirizzati l’un l’altro. Per darsi un tono.
Per chi non lo sapesse in quattro, due compagni di fronte giocano contro altri due contrari. Alla somma dei punti chi ne ottiene 120 in due set ha vinto. Nella briscola in cinque due giocano contro tre. Uno chiama per compagno il possessore di una carta del seme in cui ha più briscole e cerca di fare più punti con il compagno anonimo che dal gioco si deve capire chi è. E’ un po’ la parabola della vita dove chi ti aiuta talvolta lo fa di nascosto. I tre devono fare più punti intuendo chi è il compagno del chiamante al quale non devono dare carte che sommano punti. Non è facile. Staccano alle 23: 30. Si aggiornano a domani.
Si ricomincia: stessa coreografia. I quattro continuano ad addebitare al quinto errori inesistenti che lui accetta come insegnamento delle regole. E memorizza. Si ripresenta l’errore e i quattro lo addebitano al quinto che fa notare che, stavolta, non è stato lui a calare quel seme. La colpa la ridanno a lui. Lui storce i naso ma accetta. La cosa è andata avanti per altre due sere. Poi io dovevo tornare a casa. Non so come sia finita.
Ma in treno riflettevo. E’ così anche in politica dove giocatori noti e incapaci continuano a fare errori ma li addebitano sempre agli altri. E ora che un “quinto” vuole entrare nel gioco e scoprire le strategie e la tattica del gioco non riesce a fare nessuna mossa perche i “quattro” incompetenti e maldestri continuano a cambiare le regole del gioco e non perdonano alcuna mossa al nuovo entrato.
Il quinto è per adesso il Movimento 5 Stelle. Ma potrà essere, in futuro, qualunque altro movimento o gruppo politico. Ecco che da tutte le parti si muovono critiche a ogni mossa del Movimento. Comunque facciano, qualunque cosa dicono c’è sempre qualcuno pronto a censurare, criticare nonostante l’evidente crisi del “gioco” politico che ha solo prodotto crisi di sistema e crisi generazionale.
Cercasi maestro neutrale per insegnare le regole della briscola in cinque ai nostri politici.
Escludesi Napolitano.
Carlo Mocera