Le parole di Giorgia Meloni possono essere lette come l’ammissione di essere popolare non per le idee, non per i contenuti. Ma perché “detesta” qualcuno.
“Sono popolare perché detesto la sinistra e i 5Stelle” e “una cosa sola conta: mandare finalmente a casa i giallorossi”.
Tra le tante parole che la Meloni poteva scegliere per aprire la settimana ha scelto queste. Leggetele bene, perché in esse è contenuta la pochezza politica della destra nostrana.
La Meloni afferma infatti orgogliosamente di essere popolare non per le idee, non per i contenuti. Ma perché “detesta” qualcuno. Perché evidentemente riesce ad esprimere più orrore e rabbia di altri competitors verso qualcuno. La destra compete in una sorta di gara al rancore, dunque. E lei sembra vantarsene.
E poi aggiunge altre parole ancora più povere. Affermando, orgogliosamente, che qui in Italia una sola cosa conta. Una sola: mandare a casa quelli che lei detesta. Ha detto una. Non dieci, non due. E quell’una non è la crescita, non è l’emergenza di oggi, non sono pensioni, lavoro o tasse: è defenestrare quelli che lei detesta. Perché in fondo per la destra questa è una guerra tra bande, in cui ciò che conta è togliere dai piedi gli altri. Non aiutare il Paese.
Ecco. Passeranno tutte le emergenze. Cambieranno i sondaggi, cambierà il consenso dei partiti.
Ma il problema di una destra italiana che l’igiene delle parole non sa neanche dove sia rimarrà. Perché il problema per loro prima che politico è un’altra cosa: è culturale.
Leonardo Cecchi