La più grande protesta di sempre di “Just Stop Oil”

Just Stop Oil

“Just Stop Oil” continua la sua battaglia per il clima organizzando manifestazioni di disobbedienza civile sempre più partecipate e incisive.

Le proteste di “Just Stop Oil”

Lunedì 17 luglio nel centro di Londra “Just Stop Oil”, un gruppo legato a Ultima Generazione (una rete italiana di attivisti che organizzano azioni di disobbedienza civile non violenta contro il cambiamento climatico), ha dato luogo a proteste con il più alto numero di partecipanti mai visto, arrivando a contare 200 dimostranti in 14 diversi quartieri di Londra. La polizia metropolitana afferma di aver rimosso 183 manifestanti e di averne arrestati 21.

Gli automobilisti sono stati filmati mentre afferravano i manifestanti su Marylebone Road e Cromwell Road – due delle zone target degli attivisti –  e li spingevano di lato. Un’altra persona è stata vista tirar via uno degli striscioni del gruppo mentre passava in moto. Il premier britannico Rishi Sunak, dopo una giornata di azione che ha paralizzato l’intera capitale inglese, ha dichiarato:

non lascerò che gli eco-fanatici rovinino l’estate britannica“.

In contemporanea all’Università di Exter, Eddie Whittingham, altro attivista di “Just Stop Oil”, ha intrapreso un’altra azione di protesta interrompendo la sua cerimonia di laurea spruzzando vernice arancione. Il gruppo ha affermato di aver inscenato l’azione come un invito agli studenti ad “agire contro i piani del governo britannico di concedere in licenza nuovi progetti di petrolio e gas“. L’attivista aveva precedentemente interrotto il World Snooker Championship nell’aprile 2023 salendo su un tavolo da biliardo e rilasciando polvere di colore arancione.

Nei giorni precedenti l’organizzazione aveva già fatto discutere: due sue attiviste erano salite sul palco all’apertura della stagione concertistica alla Royal Abert Hall. La coppia è stata velocemente allontanata dal palco, mentre il gruppo, subito dopo, ha scritto su Twitter “Non possiamo permetterci di giocherellare mentre Roma brucia”. Una delle due attiviste salite sul palco, Kate Logan, 38 anni di Londra, twitta

“Molti anni fa, ho cantato con un coro giovanile all’Albert Hall, senza mai immaginare che un giorno avrei interrotto un’esibizione qui per attirare l’attenzione sulla crisi planetaria in cui ci troviamo. Ma questo è ciò a cui siamo arrivati: i nostri leader e la stampa ci hanno deluso per decenni e ora tocca alla gente comune chiedere i cambiamenti di cui abbiamo bisogno”.

Per cosa lotta “Just Stop Oil”

Il gruppo ambientalista inglese lotta affinché il governo britannico arrivi ad interrompere in via definitiva la concessione di licenze a tutti i nuovi progetti di petrolio, gas e carbone, in quanto l’estrazione e l’uso di carbone, petrolio e gas naturale sono considerati tra i principali fattori che contribuiscono alla crisi climatica globale. Il gruppo, che si è da sempre caratterizzato per aver preso di mira i principali eventi sportivi e di alto profilo, come Wimbledon, World Snooker Championships e il Pride di Londra, è salito alle cronache inglesi nel marzo del 2022. Infatti, in quei giorni, durante una partita della Premier League, quella dell’Everton contro il Newcastle United, un membro dell’organizzazione si è legato con delle fascette di plastica a un palo, causando l’interruzione momentanea del gioco. Il riconoscimento a livello europeo è arrivato a ottobre 2022 quando un gruppo di attivisti arrivò a rovesciare della zuppa sulla teca protettiva del quadro “Girasoli” di Van Gogh alla National Gallery di Londra.

“Just Stop Oil”, che sul suo sito web si definisce un gruppo di resistenza civile, si è sempre caratterizzato per azioni e proteste molto performative e spesso considerate “fastidiose” per l’opinione pubblica, la quale tende a liquidarle come bravate da ragazzi. I “ragazzi” però giocano un ruolo fondamentale nel sollevare l’urgenza del problema e nel mettere in discussione i modelli di consumo e di produzione insostenibili. Il loro impegno nel sensibilizzare e mobilitare le persone contribuisce enormemente a creare una maggiore consapevolezza pubblica e a spingere ad azioni concrete da parte dei decisori politici e delle imprese. Oltre al fatto che le proteste e le azioni performative possono essere uno strumento per scuotere la routine e far riflettere sulle questioni urgenti che richiedono attenzione immediata.

Il gruppo fa uso della disobbedienza civile seguendo l’esempio tracciato da “Extinction Rebellion” e “Insulate Britain” – due altri gruppi che lottano per il clima – i quali hanno dimostrato che la disobbedienza civile funziona, dichiarando anzi che “[Il loro esempio dimostra] anche che dobbiamo fare molto di più per fermare il più grande crimine contro l’umanità. Ecco perché ci stiamo muovendo verso la Resistenza Civile: non si tratta più di un singolo progetto o campagna, si tratta di resistere a un governo che sta danneggiando noi, le nostre libertà, i nostri diritti e il nostro futuro, e farli lavorare per noi”.

Clara Gagliardone

 

 

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