In Calabria, la terra di nessuno, si sente spesso parlare di amianto. Ne parlano le mamme fuori dalla scuola dei bambini, e ne parlano gli uomini più anziani che giocano a carte nel garage del paese. Sicuramente, quello dell’amianto in terra calabra è un problema tangibile, ma ciò che preoccupa realmente è il tasso di mortalità unito a quello del menefreghismo: il tutto raggiunge cifre da capogiro.
La sostanziale pericolosità di questo materiale è la dispersione nell’ambiente di fibre che, se inalate, hanno ripercussioni sulla salute dell’individuo: l’amianto è cancerogeno. La Calabria è la terra del mare più lucente e dei paesaggi più folgoranti ma, a causa di tutto questo, è anche e soprattutto la patria del tumore. Un bilancio terrificante per una terra così bella eppure così amara.
La Calabria è una madre-matrigna per ogni suo figlio.
Si parla di milioni di vittime a causa di un giro di denaro: la vita di un solo uomo vale le poche centinaia di euro risparmiate nella scelta del materiale? Nel 2011 è stato avanzato un progetto di bonifica e dunque di eliminazione di tutto il materiale cancerogeno presente nel territorio, tuttavia i lavori procedono a rilento (dove sono stati iniziati).
La domanda è: come può un bambino, che nasce in questa meravigliosa terra, essere al sicuro se la casa dove vivrà può contenere ancora tracce di eternit, se la scuola dove studierà è stata tirata su con cemento malsano, se la piscina che frequenterà forse ha ancora delle tubature degli anni ’65-’83?
La risposta è: non si deve più pensare che tutto possa risolversi domani ma bisogna agire subito, affinché i bambini di oggi e quelli di domani possano essere felici di vivere in una casa sicura in un posto circondato da acqua salata, di studiare in una scuola nuova e confortevole e di imparare a nuotare senza paura.
Il domani non esiste se non lo si crea.
Maria Giovanna Campagna