La Patata bollente: quasi quarant’anni ma non li dimostra

La patata bollente

La patata bollente - Fonte foto: amazon.it

Sono passati quasi quarant’anni ma la pellicola “La patata bollente” di Steno non ha perso il suo – coloratissimo – smalto. Merito del trio Pozzetto-Ranieri-Fenech e di una storia d’amore e d’amicizia molto divertente e tutta “Made in Italy”. Era il 1979 e il regista romano affrontò con “leggerezza” il tema dell’omosessualità, con una commedia degli equivoci esilarante.

Bernardo Mambelli – detto il Gandi –  è un operaio che ha in cuore la sorte del sindacato e dei colleghi con cui lavora. Il suo cuore batte a sinistra… in tutti i sensi. Oltre al partito ha un’altra grande passione: il pugilato. Una sera, dopo una discussione con la sua ragazza, si ritrova per caso a soccorrere  il giovane Claudio. Gandi mette in fuga dei fascisti che stavano picchiando il ragazzo…





La patata bollente – Fonte foto: wikimedia.org

L’operaio decide di ospitare Claudio per qualche giorno, offrendogli cure e un letto in cui dormire… ma dopo aver scoperto che è omosessuale l’atteggiamento di Gandi cambia. Prova imbarazzo… e se la sua fidanzata (una bellissima Edwige Fenech) scoprisse che a casa sua c’è un “diverso”? Cosa penserebbero i “compagni” del sindacato? Anche far uscire Claudio dal palazzo sembra un’impresa! Colpa di una portinaia tra le più impiccione del mondo. Nel frattempo Gandi impara molto sulla “diversità” da un Claudio sempre più innamorato del suo salvatore.

Ma se i fascisti stanno contro quelli là e noi stiamo contro i fascisti può la morale popolare essere contro i culattoni?
Gandi-Pozzetto – La patata bollente





Il coming out, in questo caso, deve farlo l’eterosessuale Mambelli: riuscirà a parlare della sua nuova amicizia con Claudio? Indimenticabile il tango ballato da Massimo Ranieri e Renato Pozzetto, pronti a sfidare l’opinione pubblica, durante una delle ultime scene del film.






Sinistra, destra, comunismo, fascismo, essere “uguali” ed essere “diversi”: il film di Steno ha affrontato – con il sorriso e tante risate – gli stereotipi fine anni settanta legati all’omosessualità. Sono passati quasi 40 anni, le cose sono cambiate? Ora se un albergo si rifiuta di “ospitare” una coppia gay finisce sui giornali e i casi di omofobia vengono denunciati.

Eppure ci sarebbe bisogno di un altro Steno e di un altro film capace di gonfiare gli stereotipi fino a farli scoppiare, come palloncini, con l’ago dell’ironia.

Luca Foglia Leveque

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