Durante la prima guerra mondiale, la partita di calcio di Ypres è passata alla storia come uno degli esempi di “umanità” più celebri d’Europa. Quella tetra atmosfera, fu spettatrice dell’evento ricordato ancora oggi come la prima “tregua di Natale”.
Era l’inverno del 1914, l’Europa era dilaniata dalla guerra di trincea e milioni di uomini morivano ogni giorno in un conflitto appena iniziato e che si sarebbe protratto per altri quattro anni.
Nelle Fiandre, sul fronte Occidentale, le truppe e britanniche e tedesche si affrontavano senza sosta in un clima avverso e privi di speranza di una pace imminente.
Ma, purtroppo e per fortuna, neanche una guerra può fermare il Natale, e per quanto sia triste il doverlo festeggiare nel fango, lontani da casa e con la costante minaccia di essere uccisi, i soldati tedeschi iniziarono ad accendere luci e candele, addobbare alberelli, e persino a intonare stornelli natalizi per allontanare la nostalgia.
La nostalgia, si sa, non è una questione di schieramenti, accadde, infatti che improvvisamente, la notte della vigilia di Natale, ai canti dei tedeschi si accompagnarono quelli dei soldati del fronte opposto.
Fu così che iniziò la prima tregua di Natale della storia. I festeggiamenti continuarono anche il giorno successivo quando, in un campo di Ypres, i soldati presero a sfidarsi in diverse partite di calcio! Probabilmente, ironia della sorte, a nessuno importava chi vincesse, ma soltanto il potersi liberare, anche per poco, di un sentimento di odio forse non condiviso.
Alla fine dell’incontro, la tregua continuò, i soldati si scambiarono stecche di cioccolata, tabacco e alcolici, si scattarono foto ricordo, e si concesse perfino, ad entrambi gli schieramenti, di poter dare degna sepoltura ai caduti.
L’opinione pubblica, prevedibilmente, tentò di censurare la vicenda della partita di calcio di Ypres, ma qualche notizia riuscì ugualmente a trapelare e, nonostante le difficoltà, diversi giornali, prima americani e poi britannici presero a pubblicare le foto dei soldati protagonisti e a raccogliere le loro testimonianze.
L’episodio ha ispirato molti libri come “Silent night: the story of the World war I Christmas truce” del tedesco Kurt Zehmisch, o “A Midnight Clear” di William Wharton; è anche ripreso nel film Joyeux Noël, di Christian Carion. C’è persino un noto spot di una catena di supermercati britannici che augura Buon Natale ai propri clienti con un toccante video dedicato alla celebre partita di calcio.
Quella di Ypres non è stata l’unica tregua della storia, negli anni successivi, nonostante il tentativo di scoraggiamento da parte dei superiori verso chiunque “fraternizzasse con il nemico”, si verificarono altri episodi di solidarietà fra schieramenti opposti.
Purtroppo, il giorno seguente, la guerra riprese più feroce che mai, i soldati continuarono a morire e le famiglie a casa a celebrare il Natale senza tanti dei propri cari, ma questa storia ha lasciato di certo un’ impronta,
Al di là del potere dei buoni sentimenti e dello spirito del Natale, la vicenda ci ha insegnato che si può scegliere: quei soldati sono stati liberi di pensare e di decidere, di fermare una guerra che non li coinvolgeva direttamente, di voler solo giocare una partita di calcio.
Maria Luisa Ancona