La nuova vita di Pistorius

La nuova vita di Pistorius ultima voce

Carlo Nesti Ultima Voce

Di Carlo Nesti


Come si sa, il carcere dovrebbe sempre mettere in condizione le persone, parallelamente ad una pena anche dura da scontare, di prepararsi ad una nuova vita. Purtroppo, a volte, dietro le sbarre si peggiora. Ma, per fortuna, succede pure che la consapevolezza interiore cambi gli individui.

Non è la prima occasione, in cui il carcere scuote lo spirito religioso di un uomo di sport. Capitò con Mike Tyson, negli anni Novanta, che dopo essere stato in prigione per stupro, si convertì alla religione islamica.

Sta accadendo ora con la nuova vita di Pistorius, il sudafricano paralimpico in carcere, per l’omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp, uccisa il 14 febbraio 2013, con quattro colpi di fucile.

È diventato il leader di un gruppo di preghiera, e conduce la lettura della Bibbia 2 volte alla settimana. Un piccolo, ma significativo, raggio di sole, nel buio dell’esistenza.

Oscar Pistorius si è sempre difeso, sostenendo di aver sparato contro un intruso, ma dopo una lunga battaglia giudiziaria, l’atleta che fece innamorare il mondo e l’Italia, in particolare per le imprese sulle piste d’atletica, è stato riconosciuto colpevole, e condannato a 13 anni e 5 mesi.

Oscar potrà usufruire della libertà condizionata nel 2023, solo garantendo una buona condotta.

Il padre dell’ex atleta, il sessantaduenne Henke, ha raccontato al Times la svolta religiosa del figlio:

“Sente dentro di sé la forza per cambiare le persone, dando loro un contributo per migliorare, e per avere qualche speranza. E’ una storia meravigliosa”.

E’ umano che, in casi del genere, esista una reazione istintiva di diffidenza e scetticismo, ricordando una donna scomparsa, che non ha più l’opportunità di rifarsi una vita, come lui.

Tuttavia, dobbiamo sempre valutare quale importanza abbia il perdono, in ogni momento dell’esistenza, dinanzi al Giudizio Finale. Concedere fiducia a Pistorius è un dovere, mentre solo la Misericordia di Dio può esprimere una sentenza celeste e definitiva.

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