La nuova fase dell’Isis: il nuovo nemico è lo stato d’Israele

La nuova fase dell'Isis

L’Isis rilascia, proprio oggi nel giorno della memoria, un audio in cui annuncia una nuova fase strategica. Sembra che a parlare sia il portavoce dello Stato Islamico Abu Hamzah al-Quraishi – Reuters infatti non conferma – che nel messaggio incita i militanti dell’Isis ad attaccare lo stato d’Israele.

La nuova fase dell’Isis viene annunciata in seguito al piano di Trump per la pace tra israeliani e palestinesi. Lo Stato Islamico non si è interessato prima di adesso al conflitto israelo-palestinese e questa mossa sembra dunque, secondo l’analista H. A. Hellyer membro del Carnegie Endowment for International Peace, un modo per riacquistare rilevanza agli occhi del mondo arabo. Nell’audio, divulgato sui canali ufficiali dello Stato Islamico, al-Quraishi si rivolge ai militanti dell’Isis presenti al confine con lo stato d’Israele ( che si trovano cioè presso la zona del Sinai e al confine tra Siria e Israele) e più in generale a tutti i musulmani disposti a combattere contro gli ebrei. Il messaggio è sinistro e la nuova fase dell’Isis deve essere inaugurata il prima possibile, così il Califfato si prepara nel giorno della memoria ad attaccare Israele.




Oggi non è solo il giorno della memoria, l’Isis ha infatti scelto questa data perché è proprio oggi che Donald Trump riceverà Netanyahu e il suo rivale (in vista delle elezioni israeliane del 2 marzo) Benny Gantz a Washington. Il piano di pace, ideato dall’amministrazione Trump, è stato aspramente criticato da parte palestinese poiché favorisce, per usare un eufemismo, fortemente Israele. Sembrerebbe infatti che il piano non preveda la soluzione a due stati, la posizione che è stata storicamente auspicata dalla comunità internazionale. Il piano Trump stabilirebbe invece l’annessione della valle del Giordano e di gran parte degli insediamenti in Cisgiordania allo stato d’Israele, lasciando ai palestinesi zone isolate con uno status di autonomia limitato. Sfumerebbe definitivamente dunque la possibilità per i palestinesi di creare uno stato autonomo. La proposta del presidente degli Stati Uniti è stata accolta con entusiasmo dagli israeliani e fortemente criticata dai palestinesi.

Lo Stato Islamico tenta, senza successo, dall’assassinio in ottobre di Abu Bakr al-Baghdadi di trovare una causa da appoggiare che possa riportarlo in auge nel mondo arabo. Dopo aver perso gran parte dei territori occupati in Siria ed essere stato sconfitto in Iraq, ha scelto dunque di intercettare e di farsi portavoce della causa palestinese.

Silvia Cossu

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