Nigeria, crocevia dei traffici di droga, si trova al centro di una sfida globale crescente. Nel contesto dell’abbondante flusso di stupefacenti che attraversa il continente africano, la Nigeria emerge come un nodo cruciale, sia per il traffico di droga sia per gli sforzi di contrasto all’abuso di sostanze illecite.
Il fenomeno dei traffici di droga in Africa sta emergendo con crescente evidenza, suscitando preoccupazione a livello regionale e internazionale. Questo fenomeno coinvolge diverse aree del continente africano, con un particolare interesse per i Paesi situati lungo il Golfo di Guinea. La discussione sui mezzi disponibili per affrontare efficacemente questa problematica è stata al centro dell’attenzione durante il 31° incontro dei capi delle agenzie nazionali di applicazione della legge sulla droga in Africa (Honlaf), che si è tenuto ad Abuja, in Nigeria.
Nel suo discorso inaugurale, il presidente della Nigeria, Bola Ahmed Tinubu, ha sottolineato l’arduo impegno della sua amministrazione nella lotta contro l’abuso di sostanze e il traffico illecito di droga, riconoscendo il ruolo chiave che il suo Paese svolge in questa sfida globale.
La Nigeria, secondo vari studi e rapporti, si è posizionata al centro dei traffici internazionali di droga, che si estendono dalla regione dell’America latina all’Europa, con una tappa cruciale in Africa occidentale. Questa regione intermedia è controllata da organizzazioni criminali nigeriane, che hanno stabilito una presenza diffusa in varie parti del continente africano.
Nonostante una breve interruzione causata dalla pandemia di COVID-19, che ha temporaneamente rallentato i flussi illeciti, negli ultimi due anni i traffici di droga hanno conosciuto una ripresa significativa, se non un aumento. Sebbene sia difficile determinare con precisione le quantità effettive di droga che transitano dal Brasile all’Europa attraverso l’Africa, i dati sui sequestri forniscono una chiara testimonianza dell’escalation. Secondo il “Global Report on Cocaine 2023”, un rapporto annuale redatto dall’Unodc, l’agenzia delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine, i sequestri di droga in Africa sono aumentati di quasi il 400% nel periodo 2019-2021 rispetto al periodo precedente 2016-2018. Questo incremento è ancor più significativo se si tiene conto delle restrizioni globali imposte dalla pandemia nel 2020, che hanno limitato notevolmente i movimenti internazionali.
Nel corso dell’evento ad Abuja, il presidente dell’Agenzia nazionale nigeriana per l’applicazione della legge sulla droga (Ndlea), Mohamed Marwa, ha sottolineato l’importanza di rafforzare le reti operative regionali e internazionali per contrastare efficacemente questo problema. Ha dichiarato che nessun singolo Paese può affrontare da solo una sfida di questa portata e che il problema mondiale della droga richiede una collaborazione internazionale più stretta e la definizione di politiche condivise.
La maggior parte del traffico illecito di stupefacenti diretto in Africa occidentale ha origine in Brasile ed è gestito inizialmente dal “Primeiro Comando da Capital” (Pcc), un gruppo criminale organizzato con sede a San Paolo. Dalle coste brasiliane, la droga viene poi trasferita attraverso l’Atlantico e spesso fa tappa nei piccoli Paesi di lingua portoghese dell’Africa occidentale. Qui, la mafia nigeriana si fa carico della distribuzione, con una parte significativa delle sostanze stupefacenti destinata ai mercati europei. Tuttavia, va notato che una percentuale della droga alimenta anche il mercato locale, contribuendo all’aumento dei casi di tossicodipendenza nella regione.
Il fenomeno dei traffici di droga in Africa, in particolare in Africa occidentale, rappresenta una sfida complessa e in costante evoluzione che richiede una risposta coordinata a livello nazionale, regionale e internazionale. La comunità internazionale, insieme ai singoli Paesi coinvolti, deve lavorare congiuntamente per affrontare questo problema crescente e proteggere la salute e la sicurezza dei cittadini africani e globali.