Media e narrazioni: la necessità di nuovi linguaggi più inclusivi

gender diversity

Nelle società moderne il tema dell’attenzione alla diversità e all’inclusione è fondamentale, ma il mondo dell’editoria e del giornalismo non paiono curarsene. Per questo vi è la necessità di sviluppare nel mondo dell’informazione nuovi linguaggi più inclusivi e narrazioni eque.

 

La diversità nel mondo odierno

Il mondo è una costellazione di diversità, noi stessi siamo tutti esseri umani eppure tutti diversi: per origini, cultura, genere, età, religione, gusti, passioni, credenze e desideri, difficilmente troveremo al mondo due persone identiche al mondo. Tuttavia la diversità non è sempre stata considerata un valore aggiunto nella società. Come la storia ci insegna, sono sempre esistiti gruppi e singoli individui che hanno additato con come “diversi” coloro che per qualche motivo non rientravano nel proprio schema di “normalità”. Da qua sono nate e ancora si perpetuano discriminazioni e disuguaglianze, fatte da coloro che si reputano superiori e chi è costretto a subire.

Oggi c’è tanta attenzione ai temi della diversity e inclusity e numerose sono le lotte e gli slogan portati avanti in loro nome, che hanno avuto un vero e proprio boom a seguito di alcune vicende avvenute negli Stati Uniti. A partire dal caso di George Floyd, un uomo nero ucciso ingiustificatamente dalla polizia americana, che insieme ad altri episodi simili, hanno provocato sgomento in tutto il mondo e proteste nel paese. Nelle proteste  contro il razzismo e l’abuso di potere da parte della polizia, si è reso protagonista il movimento Black Lives Matter letteralmente  “le vite nere contano” che si impegna nella lotta al razzismo verso le persone nere, ma non solo, è riuscito a generale in tutto il mondo un senso  solidarietà e voglia di lottare in nome di  per tutte quelle persone che vengono discriminate per qualche fattore.

Sviluppare nuovi linguaggi più inclusi

Sebbene sì dia particolare importanza al tema della diversità e all’inclusione, l’ambito dell’editoria e del giornalismo italiano non sembra prestargli abbastanza attenzione. Non di rado i mezzi d’informazione tradizionali ovvero televisione, radio e giornali, quando trattano il tema della diversità lo fanno con un eccezione negativa, spesso riferendosi a persone di origini straniere legate a fatti di cronaca o eventi negativi, utilizzando linguaggi tutt’altro che inclusivi. Non si rapportano alla diversity in modo equo e neutrale,  nelle narrazioni che vengono fatte solamente di rado sono presenti diversi punti di vista messi a confronto. Mentre, gli stessi protagonisti dei racconti non vengono quasi mai interpellati. C’è sempre qualcuno di bianco e normale che racconta e parla del e al posto del diverso. Si costruiscono spesso discorsi e cornici di contorno stereotipate, che perpetuano nel pubblico percezioni fuorvianti ed errate riguardanti individui con origini e culture differenti, provocando in taluni casi anche paure e insicurezze.

E’ chiaro dunque quanto ci sia “la necessità di un nuovo linguaggio per una realtà che cambia”, questo è stato anche il titolo della live tenutasi ieri e organizzata dalla CILD che ha trattato proprio questo tema. Infatti, non bisogna scordare che alcuni messaggi passati pubblicamente hanno delle ripercussioni nella vita delle persone. Per tale ragione, è fondamentale che chi lavora nell’ambito editoriale e giornalistico sappia usare con consapevolezza le parole e ne sappia attribuire il giusto peso. Nel 2022 diventa inaccettabile sentire ancora determinate narrazioni.

Il rischio che si incorre nel protrarre tali narrazioni è quello di danneggiare ulteriormente coloro che soffrono sulla propria pelle le discriminazioni. Un altro rischio, o forse è già realtà, è:

perdere l’occasione di arricchirci come paese. Perdere un patrimonio culturale che è già presente…ma che non vogliamo vedere”

come ha sottolineato durante l’incontro la scrittrice Espérance Hazuzwimana, riferendosi al fatto che la nostra stessa società brulica di diversità che rappresentano una ricchezza. La realtà è in continuo divenire e trasformazione, ma noi rimaniamo immobili senza andare avanti. Ci chiediamo da anni quali sono i rischi della discriminazione e di determinati atteggiamenti, quando effettivamente le risposte ci hanno superato già da un pò, ma noi non ne prendiamo atto.

Coloro che alzano la voce

Nonostante tutto, ci sono sempre più persone che con un lavoro di esposizione e lotta  all’inclusione stanno facendo dei passi avanti perché questo cambiamento avvenga realmente. Ci sono persone che si battono e utilizzano nuovi linguaggi più inclusivi su piattaforme, libri e incontri formativi. Questi individui sono spesso coloro che hanno vissuto sulla propria pelle le sofferenze derivanti dalle narrazioni discriminatorie,  ma hanno deciso di riappropriarsi della loro identità portandola con orgoglio, senza lasciare che nessuno dica loro che sono sbagliati per le loro origini o sembianze. Un lavoro che comporta un esposizione pubblica non è sempre facile, ma diventa fondamentale per aiutare a portare consapevolezza nelle altre persone, in particolare nelle nuove generazioni che rappresentano il futuro del nostro paese. Inoltre, come sottolineato da Oiza Q. Obasuyi il lavoro di coloro che si battono perché nessuno venga  discriminato, è importante anche perché :

coloro che con vari background e varie origini possono vedersi rappresentate nei libri e nella scrittura.

Marina Satta

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