La necessità del femminismo: il caso Andrea D’Amico

necessità del femminismo

Carneade chi era costui? Se vi sentite un po’ come don Abbondio leggendo il nome del tizio nel titolo, niente paura, siete più giustificati di lui perchè Carneade perlomeno era un filosofo greco della corrente degli scettici, quindi una persona il cui sforzo intellettuale vale comunque la pena di ricordare, mentre il signor (si fa per dire) D’Amico, con le stupidaggini che diffonde (non è dato sapere se perchè è tanto scemo da crederci o solo perchè vuol fare soldi sui gonzi) alimenta anche una sub-cultura pericolosa. Suppongo sia il tizio in foto, ma in realtà non lo nomineremo più, perchè non è il primo, non sarà l’ultimo, e il suo unico merito è quello di ricordarci la necessità del femminismo.




A questo punto mi tocca fare una necessaria premessa, ho deciso di intitolare l’articolo sulla necessità del femminismo proprio perchè io non mi sono mai definito femminista, per carità come qualsiasi persona decente e dotata di raziocinio non ho mai negato la giustezza e necessità storica del femminismo, sarebbe come negare la necessità e giustezza dei movimenti che lottavano contro l’apartheid in Sudafrica, se ci sono degli oppressi e qualcuno che si batte contro l’oppressione non è che ci sia possibilità di pensarla altrimenti. Neanche penso che oggi il femminismo non abbia ragione di esistere, non solo per quanto succede in alcune parti del mondo a cominciare dal Medioriente, ma anche perchè ha ancora battaglie da combattere qui in Occidente, specialmente nel nostro paese.
Avrete capito che sta arrivando un ma, ma mi è capitato spesso di discutere con sedicenti femministe su alcune questioni di libertà o alcuni falsi problemi, ad esempio da liberale sono favorevole alla libertà di prostituirsi, per fortuna molte donne anche femministe la pensano come me, altre però no. Un’altra questione sono quelli che definisco gli inutili e illogici eccessi boldriniani sulla questione dei generi nei nomi, poi ci sono cose come le professioni legate alla bellezza. Non voglio appesantire l’articolo, non illustrerò le mie posizioni su questi argomenti, sappiate se la pensate diversamente che se volete ne potremo parlare separatamente per ore, il punto qui è che non ho cambiato idea su questi punti, ma che di fronte a certe cose mi sembrano questioni talmente secondarie che non posso non riaffermare la necessità del femminismo.
Il caso
Il bipede in questione afferma di avere un metodo infallibile per riconquistare le donne che hanno abbandonato un uomo, metodo che “generosamente” si offre di condividere, dietro compenso perchè anche chi fa ricerca scientifica ha necessità materiali da soddisfare. Si sto abbondando nel sarcasmo perchè l’alternativa al ridicolizzare l’ominide è partire nel turpiloquio.
Come dicevo lui non vale la pena ricordarlo, ma vale la pena analizzare gli slogan che vedete nella foto dell’articolo, perchè che lui creda o no a quello che fa se li ha preparati è perchè sa che possono sembrare convincenti a qualcuno.
Ci sono due o tre argomenti principali da affrontare:




1) io le ho chiamate stupidaggini, perchè nessuno sano di mente può pensare che il metodo abbia qualche efficacia, ma le ho anche definite pericolose perchè la volontà di usarlo dimostra una voglia di sopraffazione della volontà dell’altro, cioè nello specifico delle donna;
2) il credere che queste baggianate possano funzionare può basarsi solo sulla convinzione di un’inferiorità intellettuale delle donne;
Non vi sfuggirà che una cosa può causare l’altra, la volontà di sopraffazione certo può nascere da aggressività, ma in alcuni casi può nascere anche dalla convinzione di dover tutelare un essere che ha bisogno di essere protetto, si spiega così il processo mentale che sottende a quella che a me (e a qualsiasi persona raziocinante) salta all’occhio come la più grande contraddizione in queste slide, mi riferisco all’uso del verbo amare il cui contrasto con verbi come riprogrammare, condizionare e riprendersi (come se fosse un oggetto su cui si esercita proprietà) è davvero stridente. Ma se partiamo dal presupposto che in fondo la donna non raggiunge mai la maggiore età mentale, che sia un essere debole e influenzabile che necessità di protezione allora che siamo noi che la amiamo a controllarla per il suo bene è un gesto d’amore, il padrone di cane premuroso non lo porta ad essere educato perchè gli vuole bene e non vuole si metta in pericolo?
Naturalmente esiste anche un altro tipo d’uomo (si far per dire, diciamo ominide, senza offesa per i nostri progenitori)  tra i possibili destinatari del magnifico corso, la categoria a cui appartengono quelli che commettono i femminicidi, quelli per cui controllare la donna non viene nemmeno mascherato da volontà di proteggerla. Anche in questo caso la slide funziona, promette la soluzione, se ci sono dei pulsanti magici meglio che “doverla” picchiare “che rischio pure la galera”.
Mi dispiacerebbe dare troppa visibilità al tizio di cui non voglio nemmeno ripetere il nome ma è da quando l’ho scoperto che mi chiedo se nelle cose che propugna si potrebbe configurare il reato di apologia di reato, non sono abbastanza ferrato in legge per stabilirlo, ma quello che certamente mi sento di denunciare è che c’è ancora necessità del femminismo per riaffermare e diffondere ovvietà (che incredibilmente non sembrano tali) come:




1) le donne non sono intellettualmente inferiori;
2) dunque le donne non hanno bisogno di un tutore;
3) l’amore tra pari non si può esprimere nella forma del controllo

e c’è bisogno che tutte le persone civili siano strumentali in questo, poi tornerò a scontrarmi con certe femministe su certi temi.

Nota destinata agli uomini, ma a quel tipo di uomini, i destinatari del corso, che dubito potrebbero mai arrivare in fondo a un articolo come questo.
“La donna della loro vita” le donne hanno compiuto un percorso di evoluzione e consapevolezza per non definire la loro vita solo in funzione di un uomo, che razza di involuzione avete compiuto voi per definire la vostra in base al possesso di una donna al punto tale che perderla distrugge talmente il vostro ego da arrivare a volte all’annullamento violento di entrambi? Comunque nel caso cominciate da voi, che con metà della fatica risolvete il vostro problema, imparate ad economizzare.

Roberto Todini

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