La nascita di Hugo Chavez: la memoria di un leader

Nascita di Hugo Chavez

Quando muore qualcuno, che sia un maestro, un eroe, un cattivo del mondo o una persona qualunque, si tende a ripercorrere tutta la sua vita. Una sorta di rituale comune all’intera umanità per chiudere un cerchio, per non dimenticare l’inizio e la fine di un percorso. Proprio per questo motivo, ogni 28 luglio si ricorda la nascita di Hugo Chavez, l’uomo del Venezuela. Oggi si ricorda un leader. 

La nascita di Hugo Chavez e la sua memorabilità

Hugo Rafael Chavez Frias è nato il 28 luglio del 1954 a Sabaneta, nello Stato venezuelano di Barinas. Ha ricoperto la carica di presidente della Repubblica venezuelana dal 1999 fino a quando un tumore gli rubò la vita il 5 marzo del 2013. La nascita di Hugo Chavez ha rappresentato l’iniziazione di un nuovo progetto politico. La sua teoria è stata quella di stampo “bolivariano”, cioè ispirata al panamericanismo di Simon Bolivar. Rafforzata dalla corrente marxista, aveva come obiettivi il superamento di alcune emergenze sociali ed economiche, come la sanità e l’analfabetismo.

Forte critico del neo-liberismo americano, Chavez è stato proclamato presidente in ben quattro elezioni: oltre al 1999, nel 2000, 2006 e 2012. Dopo quest’ultima, ha iniziato a ritirarsi lentamente dalla scena politica a causa dell’incurabile male. Prima di morire ha pensato anche a designare il suo successore, Nicolas Maduro, ancora oggi presidente del Venezuela. 

E se veramente la storia e le sue persone sono un tribunale che giudicano l’operato di chiunque abbia compiuto grandi azioni, allora Chavez non potrà mai avere un giudizio imparziale ed omogeneo. C’è chi lo idolatra e lo piange ogni 28 luglio, ma c’è anche chi lo considera un dittatore e nemico dell’Occidente. La nascita di Hugo Chavez e la sua storia sono conosciute e ricordate in tutto il mondo. 

Ugo Chavez, l’uomo del Venezuela

“Non sono più Chavez, sono un popolo”

Le parole di Hugo Chavez sono la testimonianza della sua totale attenzione nei confronti della comunità venezuelana. Chavez è stato l’uomo dei popoli, delle autonomie, della pace e della liberazione, della felicità che tanto sperava per i suoi conterranei. Ricordare significa anche conoscere e capire le battaglie nella e per la terra venezuelana. 

Nato da una famiglia umile, Hugo Chavez è cresciuto con gli insegnamenti dei genitori e della nonna. Ha vissuto in una quotidiana serenità e onestà, nonostante i problemi economici che colpivano anche la sua famiglia. Chavez imparò ancor prima della scuola a leggere e a scrivere, grazie all’aiuto della madre insegnante, mentre la nonna gli raccontava le esperienze rivoluzionarie e indipendentiste. 

Chavez è riuscito a rendere suoi quegli insegnamenti. Una delle parole d’ordine era la “felicità” a cui aspirava per il popolo. Ha sfidato il grande capitale imperialista e le politiche schiaviste statunitensi, si è opposto ad ogni forma di intervento bellico come quello della Nato in Libia. Chavez, e in seguito Nicolas Maduro, si è schierato anche per la causa palestinese: la Palestina ha ricevuto per lungo tempo combustibili a prezzi calmierati direttamente dal Venezuela grazie ad un progetto di solidarietà.

Il piano politico

Artefice di una nuova forma di socialismo, Hugo Chavez ha sempre dimostrato la sua contrarietà alle politiche statunitensi. Uno dei suoi più grandi programmi politici, oltre a quelli contro la povertà e l’analfabetismo, è stato il piano di nazionalizzazione delle aziende e le risorse petrolifere del paese. La sua presidenza, iniziata nel 1999, è stata battezzata da un difficile periodo di povertà: nel precedente 1989, sotto la presidenza di Carlos Andrés Peréz, c’era stata a Caracas una rivolta popolare con più di 3.000 morti, a causa dell’aumento dei prezzi della benzina. Ma al contrario del precedente presidente, Hugo Chavez era benvoluto da tutti, anche dalla milizia. Era infatti un militare e in quanto membro dell’esercito era fortemente stimato: non è stato un caso infatti che il tentato golpe del 2002 fallì, proprio perché la maggior parte dell’esercito non lo ha tradito. 

Dal 1999 al 2013, il Venezuela e parte dell’America Latina sono cambiate radicalmente. In Venezuela, Chavez è riuscito a garantire la redistribuzione delle ricchezze, gli accessi alla sanità e la costruzione di nuove case popolari. Ha permesso progetti sociali di autogestione e nascite di assemblee e attività comunitarie, come lo sport, le radio, le attività sociali e le piccole infrastrutture. Chavez si è dimostrato anche un presidente pronto al confronto. Ha sempre ammesso la dialettica politica con l’opposizione, per delegittimare le pratiche violente come quelle dei colpi di stato.

D’altro canto, Chavez ha lasciato un paese pieno di contraddizioni. Il suo piano economico, mai applicato a causa della morte, prevedeva un’eliminazione del consumismo per il bene ambientale ma, allo stesso tempo, anche un incremento dell’industria automobilistica. Inoltre, Chavez non è riuscito a debellare uno dei più gravi problemi venezuelani, cioè la società divisa in caste corrotte, come quella borghese.

Gli stravolgimenti giuridici ed economici

Dopo i primi 15 anni dalla vittoria alle elezioni, Chavez ha dimostrato all’intero popolo venezuelano di poter garantire i diritti socio-economici e una libera partecipazione politica. La nascita di Hugo Chavez ha rappresentato anche un cambiamento politico radicale. É stato in grado di dimostrare una diversa gestione della cosa pubblica attraverso uno stampo democratico, almeno apparentemente. 

L’articolo 3 della costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela recita: 

“lo Stato ha come finalità essenziale la difesa e lo sviluppo della persona e il rispetto della sua dignità, l’esercizio democratico della volontà popolare, la costruzione di una società giusta e amante della pace,  la promozione della prosperità e il benessere del popolo e la garanzia della realizzazione di principi, diritti e doveri riconosciuti e istituiti da questa Costituzione.”

Un’altra proposta che Chavez ha fatto al popolo fu proprio quella di una nuova Costituzione, la quinta, che avesse come cardini principali l’attenzione ai diritti umani e il progetto di una democrazia che fosse rappresentativa, partecipativa e, in alcuni casi, revocativa. L’80% della popolazione approvò la proposta di redigere il nuovo testo costituzionale. Il suo progetto fu anche una strategia per avere più mandati presidenziali e garantirsi così la legittimità politica.

In economia, Chavez aveva programmato un ingente investimento di circa 1.614 Bolivares – corrispondenti a 314 milioni di euro – per la ricerca scientifica, i salari e la scuola. Voleva incentivare la cultura e l’apprendimento ed eliminare  l’analfabetismo. Inoltre creò anche delle banche con bassi tassi di interesse e delle cooperative. Una delle decisioni più importanti è stata quella di uscire dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale perché credeva che questi istituti lucrassero sui “paesi del terzo mondo” e aumentassero la loro povertà. Infatti, il tasso di indigenza al 70% che affliggeva il Venezuela dell’FMI, nel 2013 scese a meno della metà. Il PIL venezuelano è cresciuto fino a 50 trilioni di Bolivares nel 2006.

Inoltre, per quanto riguarda gli affari di politica estera, l’amicizia e l’alleanza politica con l’Argentina di Kirchner e la Cuba di Castro lo portarono a sviluppare un’alternativa all’FMI. La proposta, attuata nel 2013, prevedeva l’idea di una banca collettiva per lo sviluppo dei paesi dell’America Latina. 

L’ apoteosi che lo ha reso un idolo

La ripercussione della morte di Ugo Chavez, l’uomo del Venezuela, è stata memorabile. La Nazione ha dichiarato sette giorni di lutto e ai funerali erano presenti più di 50 delegazioni ufficiali dei presidenti sudamericani. Ugo Chavez si è spento alle 16.25 all’ospedale militare di Caracas a 59 anni. L’ addio collettivo è stato travolgente: generosità, tenacia, felicità e umanità sono le caratteristiche che parte della popolazione gli ha sempre riconosciuto. Ai funerali erano presenti anche delegazioni delle comunità indigene, che si sono unite in una serie di rituali per commemorare la scomparsa del leader. La nascita di Hugo Chavez e la sua morte sono delle date indimenticabili poiché segnano l’inizio e la fine, il sorgere e il decadere di un uomo tanto amato quanto odiato.

“Adelante” in spagnolo significa “Avanti”. C’è chi lo ricorda dire molto questa parola per incentivare la sua nuova forma di democrazia: un sistema politico che fosse prima di tutto partecipato. Credeva molto nel suo popolo e per questo investiva gran parte delle entrate economiche del petrolio nei  progetti culturali dei barrios. Chavez è riuscito a rendere concreta l’aspirazione di una società migliore, nonostante tutte le contraddizioni che un tale ruolo politico abbia registrato nella storia del Venezuela. 

Hugo Chavez ha infatti lasciato un paese ancora molto instabile, nonostante le classi più povere godano di una condizione migliore. Il suo progetto di rivoluzione bolivariana non è stato portato al termine e il Venezuela oggi ha ancora un’economia debole e una politica interna precaria.

L’ uomo indimenticabile: la nascita di Hugo Chavez e il suo lascito

Yo no quiero morir, por favor no me dejen morir

Non voglio morire, per favore non lasciatemi morire

Oggi, 28 luglio 2023, è dunque l’occasione per ricordare una figura che ha lottato per la sua terra, dando voce a chi non la avesse e cercando di garantire un clima di pace e solidarietà tra le genti. Chavez è riuscito anche a frenare l’opposizione americana di George Bush dopo il fallito golpe del 2002, ed ha indirizzato il Venezuela verso la via economica del socialismo. L’invincibile e l’indispensabile, quattro volte eletto dal suo popolo e superstite a complotti e colpi di stato.

Un uomo che ha sconfitto tutto e tutti, tranne la malattia. Ma forse questa idolatria di cui ancora oggi Chavez gode può compromettere la stabilità venezuelana. Del resto, il Venezuela è un paese che deve fare i conti con la personificazione politica e con il populismo. Tutto ciò ha reso nel corso dei secoli alcuni paesi fortemente instabili, sfociando in dure esperienze dittatoriali e, secondo alcune analisi politiche, la parabola chavista rientrerebbe in queste. Ma il tribunale della storia confermerà o smentirà, mentre il popolo venezuelano oggi si abbraccia attorno alla figura del suo leader tra gioia e dolore. 

Lucrezia Agliani

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