la mummia Ata non un alieno
L’affascinante ipotesi della: “mummia aliena” trovata 15 anni fa nel deserto di Atacama, ha lasciato il posto ad una realtà drammatica e tutta terrestre.
Con i suoi 15 cm di altezza, orbite oculari oblique, 10 paia di costole e cranio allungato, la piccola mummia trovata 15 anni fa nel deserto di Atacama in Cile, aveva incuriosito sia il mondo scientifico, sia quello dell’ufologia che accostava le sembianze della creatura allo stereotipo alieno.
Ramón Navia-Osorio, imprenditore spagnolo, acquistò il reperto e nel 2012 chiedendo all’ufologo Steven Greer di analizzare lo scheletro ricorrendo alla tomografia computerizzata. Steven Greer affidò il compito all’immunologo Garry Nolan dell‘Università di Stanford in California, e dalle analisi condotte su Ata, questo il nome dato alla piccola mummia di sesso femminile, si è scoperto che si trattava di un feto umano risalente ad appena 40 anni prima del ritrovamento, ma non il perché dell’insolita forma e dell’invecchiamento precoce delle ossa che sembrano appartenere ad un bambino di 6 anni.
Mutazioni Genomiche
Studi più approfonditi hanno portato alla luce la presenza di mutazioni genomiche in sette geni coinvolti nella crescita che sarebbero responsabili sia della forma del feto, probabilmente nato morto o morto subito dopo la nascita, che del precoce invecchiamento osseo.
Greer però non è d’accordo, per lui non è possibile si tratti di un essere umano, e continua a sostenere al tesi dell’alieno,
“Non sappiamo cosa sia, ma certamente non è un essere umano con delle deformazioni” afferma Greer deluso dai risultati delle analisi.
Gli scienziati invece, dopo le ultime scoperte non hanno dubbi e definiscono l’ipotesi aliena come una ridicola montatura pseudoscientifica creata per ottenere attenzione mediatica. In realtà la scienza non ha mai avuto dubbi che Ata fosse uno sfortunato essere umano e adesso vogliono definitivamente mettere a tacere teorie assurde e campate in aria.
Purtroppo non si sa chi siano i genitori del feto e quindi non si possono studiare ulteriormente i difetti genetici, per farlo bisognerebbe analizzare il i geni del padre e della madre della mummia. La certezza è che nei genitori le anomalie non abbiano avuto esito negativo in quanto i due vissero abbastanza per concepire un figlio.
Nolan è certo che qualcuno abbia amato Ata perchè il feto è stato trovato adagiato delicatamente in una sacca di pelle, con cura, come si fa con qualcosa di prezioso.
Andrea Ianez