Il movimento studentesco Fridays For Future Italia ha proclamato per il 9 ottobre lo sciopero nazionale degli studenti per il clima. Come ormai è di moda i governanti hanno manifestato il loro sostegno all’iniziativa e lodato l’impegno dei giovani per il loro futuro. L’illusione di solidarietà tra chi protesta e chi viene protestato è stata spezzata però ieri sera: Fridays For Future Italia ha reso pubblica una conversazione via e-mail con la segreteria del MIUR in cui la ministra Azzolina chiede di scioperare in orario non scolastico.
Perché c’è uno sciopero nazionale il 9 ottobre?
Lo sciopero si riallaccia alla campagna “Ritorno al futuro“ partita alla fine del lockdown quando gli attivisti di FFF avevano pubblicato una lettera all’Italia chiedendo al governo una ripartenza economica sostenibile. Il presidente Giuseppe Conte aveva quindi invitato il movimento ambientalista a parlarne a Villa Pamphili in occasione degli Stati generali. Tuttavia le belle parole e la solidarietà formale non hanno trovato nessun riscontro nella realtà. Mentre si pianifica come spendere gli aiuti economici europei, il tema ambientale sembra passare in secondo piano se non fosse per un generico “investiremo i soldi del Recovery Fund anche sulla rivoluzione verde”. L’impressione di Fridays For Future è che si stia facendo di tutto per tornare al passato pre-Covid, cioè ad un’economia che si nutre di sfruttamento dell’ambiente ed ingiustizie sociali. Lo sciopero vuole quindi ricordare l’importanza di una riconversione ecologica per risolvere i problemi sociali che la pandemia si porta dietro.
La ministra Azzolina chiede di scioperare in orario non scolastico per garantire maggiore partecipazione. Con un finto sorriso, lancia uno schiaffo al movimento e si discosta dalla protesta.
Ieri sera, attraverso il proprio profilo Instagram, Fridays For Future ha diffuso un’email ricevuta dalla segreteria del ministero dell’istruzione:
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La ministra quindi, nascondendosi dietro un plauso all’iniziativa e fingendo di voler aiutare una manifestazione contro la scuola di cui è a capo, si smentisce da sola. Il suo atteggiamento è perfettamente in linea con quello degli organi di potere: dalle Nazioni Unite al Parlamento europeo, passando per i governi nazionali, si continuano a prendere decisioni senza alcun riguardo per il futuro pur esprimendo solidarietà a parole. Contro questo modo di fare si scagliava l’anno scorso Greta Thunberg nel discorso “how dare you”, chiedendo alla classe dirigente di riconoscere le proprie responsabilità ed intervenire.
La manifestazione sarà di mattina perché così funzionano gli scioperi.
La risposta di Fridays For Future all’email in cui la ministra Azzolina chiede di scioperare in orario non scolastico è chiara: si manifesterà dalla mattina. Uno sciopero studentesco non avrebbe ragione di esistere se non compromettesse la didattica. “Non vogliamo fare un allegro ritrovo ma protestare” ribadisce FFF. Le manifestazioni nascono infatti dall’esigenza di segnalare alla scuola che nessuno si sta occupando veramente del futuro. Lo scopo è quello di spingere al cambiamento il mondo dell’istruzione, che per primo dovrebbe essere vicino ai temi ambientali. Se si manifestasse nel pomeriggio le proteste sarebbero scollegate dalla dimensione scolastica e Fridays For Future non sarebbe più un movimento studentesco ma la copia di altre organizzazioni minori che la politica ignora da decenni. Siamo sicuri quindi che la ministra Azzolina e l’intero governo siano davvero così solidali rispetto alle istanze di questa generazione?
Marika Moreschi