L’arrivo dell’anno scolastico è sempre un momento di grande attesa per i ragazzi e le loro famiglie, ma quest’anno, c’è una preoccupante aggiunta nell’elenco degli acquisti scolastici: si tratta di zainetti militari per bambini.
Con l’arrivo dell’anno scolastico, molte famiglie si sono ritrovare a fare acquisti per i loro giovani studenti, riscontrando una nuova tendenza nel settore degli zaini scolastici che sta sollevando numerose preoccupazioni. L’azienda per giocattoli Giochi Preziosi ha introdotto una linea di zainetti a marchio Esercito Italiano, in tre varianti: Esercito, Alpini e Folgore. Questa iniziativa, realizzata in collaborazione con le Forze Armate italiane, solleva domande importanti sulle implicazioni culturali e sociali che comporta.
Il marketing di questi zaini sembra cercare di attrarre i giovani studenti con slogan come “Tutti sull’attenti!” e “per sentirsi sempre in missione”. Questo approccio, sebbene possa sembrare innocente, è in realtà parte di una tendenza più ampia di militarizzazione delle scuole, che è stata criticata dall’Osservatorio nazionale contro la militarizzazione delle scuole e delle università.
L’Osservatorio ha denunciato l’iniziativa come una “pericolosa frana culturale che trasforma la scuola in caserma e gli alunni e le alunne in militari in erba“. Queste critiche non dovrebbero essere ignorate. La militarizzazione delle scuole va in contrasto con l’idea che le aule scolastiche dovrebbero essere luoghi di educazione alla pace, alla convivenza pacifica e alla promozione dei valori fondamentali delle Nazioni Unite, come la dignità, la tolleranza, la libertà, l’uguaglianza e la solidarietà, come sancito dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
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Questo non è solo un problema locale, ma fa parte di una tendenza più ampia di militarizzazione della società. Le scuole italiane stanno vedendo iniziative che promuovono la carriera militare, organizzano visite a basi militari e caserme e addirittura ospitano rappresentanti militari come “docenti”. Tutto ciò contribuisce a normalizzare la cultura della militarizzazione e può influenzare negativamente la prossima generazione.
È particolarmente preoccupante che questa iniziativa emerga in un momento in cui l’Europa è stata testimone di conflitti e tensioni ai suoi confini, con conseguenze tragiche. Questo dovrebbe spingerci a riflettere attentamente sulla direzione che stiamo prendendo come società. La promozione della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali è contraria ai principi sanciti nella nostra Costituzione e alle aspirazioni di pace e stabilità.
Inoltre, non possiamo ignorare il contesto più ampio in cui questa iniziativa è emersa. Il fatto che un generale, noto per le sue idee omofobe, razziste e belliciste, stia avendo un grande successo di vendite con un libro che promuove l’odio è una chiara indicazione dei pericoli di abbracciare la cultura della militarizzazione.
L’introduzione degli zainetti militari per bambini potrebbe sembrare innocente, ma è parte di un’agenda più ampia che va contro i principi fondamentali della nostra società. Iniziamo con gli zaini e potremmo trovarci ad affrontare altre iniziative simili in futuro, come l’alzabandiera nelle scuole o la distribuzione di divise e fuciletti di legno. Dobbiamo resistere a questa tendenza e garantire che le aule scolastiche rimangano luoghi di apprendimento, pace e convivenza pacifica, liberi da influenze militariste. La prossima generazione merita di crescere in un ambiente che promuove la pace anziché la guerra.