“I levrieri sono poeti in agguato nel vento, levigano gli spigoli in silenzio, scivolando via come un filo d’acqua dal fondo di un fosso”.
Inizia così la lunga poesia (diversamente non saprei come definirla) dello scrittore e critico letterario spagnolo, Rafael Narbona dedicata ai galgos spagnoli.
Ogni anno in Spagna moltissimi galgos (alcune fonti parlano di 50000) vengono eliminati nei modi più cruenti: abbandonati dopo averli incisi per renderli anonimi asportando il microchip, bruciandoli, gettandoli vivi in pozzi, impiccandoli agli alberi.
I “figli del vento” così definiti per la loro corsa veloce e leggera, di cui quasi non rimane traccia sul terreno, un tempo erano utilizzati dai nobili per le grandi battute di caccia ed era un onore possederne un esemplare.
Attualmente chiunque può possedere e allevare galgos in Spagna e questo cane “alato” oggi è considerato un animale da lavoro o da divertimento e come tale viene trattato.
Non è raro vedere anche dieci levrieri in un ristretto spazio al buio o in baracche fatiscenti o in piccolissimi recinti, privi di qualsiasi contatto umano e affettivo, da cui usciranno solo per le battute di caccia.
Al termine della stagione venatoria, a febbraio, i galgos che non hanno soddisfatto le aspettative del galguero vengono eliminati e soprattutto nelle regioni più arretrate della Spagna (Estremadura, Castiglia, La Mancha) questo avviene quasi a rispettare delle “tradizioni” di sacrificio.
In ogni caso un galgo non viene tenuto per più di due o tre anni; considerate le cattive condizioni igieniche e l’assenza di vaccini, hanno necessità di ricambio frequente.
Solo le femmine, utilizzate come fattrici, hanno una vita un po’ più lunga.
Anche l’attrice Brigitte Bardot, è scesa in campo in difesa dei galgos, ma anche le sue parole sono rimaste inascoltate e la mattanza ha continuato e continua a ripetersi.
Numerose sono le associazioni di volontariato sorte intorno a questa piaga nell’intento di salvare da morte certa questi stupendi cani e di fare opera di sensibilizzazione.
DINA LAPIS