Purtroppo quando si parla di pedofilia si parla spesso di moleste sessuali avvenute per mano di membri della Chiesa. Una piaga che sanguina all’interno del Vaticano stesso. Papa Francesco è il primo a definire la pedofilia all’interno della Chiesa una vergogna e un grande dolore.
L’attuale pontefice sembra determinato nella lotta contro la pedofilia ed ha preso una posizione netta e chiara, dichiarando:
…la Chiesa è arrivata tardi io mai ho firmato né firmerò una richiesta di grazia» da parte di chi si è macchiato di questo peccato e di questo reato…
La cartina dell’orrore
Nonostante il nuovo impegno preso da Papa Francesco, c’è ancora molto lavoro da fare per sconfiggere la pedofilia all’interno del clero. Come si vede dalla mappa pubblicata dall’associazione sopravvissuti agli abusi del clero (www.retelabuso.org) la situazione, in Italia, appare drammatica. La mappa è molto dettagliata e tratta tutti i casi noti. In rosso le condanne in terzo grado ( definitive), in giallo i processi ancora aperti. Segnalati in nero i preti che sono scappati all’estero per non incorrere in pene o processi. In verde, non a caso il colore della speranza, sono individuate invece le comunità di recupero dove chi si è macchiato di tale ignobile reato può cercare di guarire e tornare ad una vita dignitosa.
Pedofili impuniti
Purtroppo ad oggi, specie in Italia, sono molti i casi di pedofilia all’interno della Chiesa rimasti impuniti. Clamoroso il caso della scuola di sordomuti di Verona, l’Istituto Provolo, dove ben 67 ex allievi hanno sporto denuncia per aver subito terribili abusi. Abusi avvenuti presumibilmente dal 1950 fino alla metà degli anni 80. Per la legge italiana c’è la prescrizione: nessun risarcimento per le vittime e nessun processo per i presunti aguzzini. Il caso volle che uno di loro, Nicola Corradi, è stato arrestato nel gennaio di quest’anno. Il prelato si trovava in Argentina, dove era stato trasferito e, guarda a caso proprio lì è stato accusato di “gravi abusi”.
L’omertà esiste ancora
La pratica dello spostamento, ovvero cambiare sede al prelato una volta compromesso nella parrocchia in cui presta servizio è stata una triste pratica, ammessa anche da Papa Francesco. Noto nel 2016 il caso di Don Mauro Inzoli, di Cremona che è stato condannato per pedofilia a 4 anni e 9 mesi. Sollevato dal suo incarico da Papa Ratzinger ha fatto appello alla Congregazione ed è riuscito ad essere riammesso dallo stesso papa Francesco.
Marta Migliardi