Il sistema sanitario brasiliano è sull’orlo del collasso. Gli infermieri cercano di dare consolazione ai pazienti in terapia intensiva nel reparto covid-19. ‘La mano di Dio’ dovrebbe sostenere i malati nella lotta contro il virus.
Il Brasile è al centro dei media con tristi record: è al culmine della pandemia. Il sistema sanitario è sovraccarico di fronte a un numero crescente. Alla fine di marzo il Paese aveva superato la soglia dei 3mila morti al giorno dovuti al Covid-19. Il bilancio totale delle vittime accertate dall’inizio della pandemia supera i 345.000 morti, con oltre 13 milioni di casi di contagio.
E come ovunque, medici e infermieri stanno cercando disperatamente e con tutte le loro forze di alleviare le sofferenze dei pazienti. I pazienti aumentano di giorno in giorno ed è diventato difficile prestare attenzioni e cure a tutti. Gli operatori sanitari sono oberati di lavoro e le unità di terapia intensiva sono sovraffollate.
Oltre alle cure mediche subentra anche l’aspetto sociale: la solitudine dei malati di coronavirus. Uno dei grandi dolori di questa pandemia. A causa dell’elevato rischio di infezione, i pazienti devono essere isolati. Ciò comporta l’impossibilità di ricevere visite di parenti e amici per giorni o settimane. E tra le maggiori sofferenze di questo periodo segnato dall’emergenza della pandemia in atto, c’è infatti proprio la perdita del contatto fisico tra le persone.
Milioni di persone sono morte in tutto il pianeta e altre combattono il virus senza poter sentire il calore di una mano. Nel loro bisogno, gli infermieri stanno cercando di confortare questi malati in isolamento dando loro quella sensazione di calore umano. Gli infermieri in Brasile hanno escogitato una nuova idea per confortare i pazienti COVID-19, che emula il tocco umano.
La Mano di Dio
E’ diventata virale la soluzione adottata dall’infermiera brasiliana, Un’infermiera che rimane in prima linea nella battaglia contro il coronavirus. Lavorando con diversi pazienti che presentano sintomi gravi. Lidiane Melo impiegata presso un ospedale a Isla del Gobernador, a nord di Rio de Janeiro, ha simulato la presa di una mano artificiale. Ha utilizzato due guanti chirurgici monouso legati tra loro e riempiti di acqua calda.
Grazie a questa tecnica è stato possibile controllare meglio la saturazione dell’ossigeno nel sangue dei suoi pazienti di Covid. Poi ha capito che il guanto, riempito da lei con acqua calda, poteva avere una duplice funzione: medica ma anche psicologica. L’idea le è venuta perché la mano della paziente era molto fredda e avvolgerla nel cotone non era servito a migliorare la circolazione.
Ha così realizzato il guanto con acqua calda per migliorare la perfusione della paziente e verificare meglio la saturazione. In pochi minuti il calore ha fatto effetto sulle mani della donna e l’infermiera ha poi replicato la tecnica con molti altri ricoverati nel suo reparto. Dove, ha raccontato anche la disperazione di perdere venti pazienti in un turno di dodici ore.
Due guanti monouso riempiti con acqua calda e legati insieme hanno simulato il contatto umano non possibile. Come se qualcuno stesse tenendo pazientemente la mano del malato. L’immagine poi condiviso sui social è diventata un simbolo di umanizzazione della pandemia battezzata come ‘La Mano di Dio‘ o ‘Piccola Mano dell’Amore‘.
Un modo di approcciarsi a questo difficile momento a cui non riusciamo ad abituarci.