La “mafia di importazione a Capitanata”, questa espressione, coniata da Pietro Paolo Mascione, poliziotto e presidente dell’associazione ‘Invisibili’, getta una luce sinistra su una problematica poco discussa ma sempre più urgente nella regione pugliese.
Nel contesto delle meraviglie paesaggistiche dell’Italia meridionale, la provincia di Capitanata, situata nella regione Puglia, offre una prospettiva sorprendentemente diversa, caratterizzata da un’ombra che si estende sottolineando una realtà poco discussa: la criminalità straniera e il caporalato. Nonostante la relazione semestrale del secondo semestre del 2022 da parte della DIA abbia descritto la situazione come “limitata”, Pietro Paolo Mascione, poliziotto e presidente dell’associazione ‘Invisibili’, ha sollevato una voce di allarme di fronte alla commissione parlamentare d’inchiesta contro le mafie.
La mafia di importazione a Capitanata
Mascione ha denunciato la presenza delle mafie straniere a Capitanata, una realtà a cui ha dato il nome di “mafia di importazione”. Secondo lui, la situazione a Foggia è “più complessa rispetto all’area del Napoletano e di Caivano“. Una delle zone più colpite da questa inquietante realtà è la borgata di Borgo Mezzanone.
Borgo Mezzanone, oltre ad essere una comunità che ospita migliaia di braccianti agricoli, è diventata un luogo d’incontro per persone provenienti dall’Europa dell’Est e dal Magreb. Gli individui dell’Europa dell’Est, secondo Mascione, svolgono un ruolo cruciale nell’appoggio alla criminalità foggiana, introducendo armi e droghe pesanti, tra cui l’eroina, nella zona. D’altro canto, i cittadini del Magreb sembrano sostenere la mafia cerignolana, un’organizzazione specializzata in furti d’auto, con addirittura sedi operative all’estero, come in Polonia.
Una mischia di nazionalità e criminalità
La Capitanata ospita un’eterogenea popolazione criminale, principalmente composta da albanesi, romeni e bulgari, spesso impegnati in attività predatorie o nel commercio di auto rubate. Tuttavia, la loro attività non si limita a questo. Gruppi dell’Europa dell’Est sono coinvolti anche nell’induzione e nello sfruttamento della prostituzione, nonché nel traffico di rame.
La presenza crescente di gruppi africani ha apportato ulteriori sfide. Essi partecipano all’induzione e allo sfruttamento della prostituzione, all’immigrazione clandestina e al traffico di droga. In particolare, gli albanesi si dedicano prevalentemente al traffico internazionale di stupefacenti e armi, sfruttando la loro vicinanza alle coste albanesi e la particolare conformazione geografica del Gargano.
Il caporalato nell’ombra
Una delle piaghe più oscure che affligge Capitanata è il caporalato, un sistema che sfrutta i lavoratori agricoli migranti in condizioni disumane. Le indagini hanno rivelato un quadro preoccupante. L’operazione ‘Job & Pay’ del novembre 2022 ha documentato come i terreni agricoli gestiti da aziende coinvolte nell’intermediazione illecita, reclutamento e sfruttamento della manodopera, fossero teatro di un’attività delinquenziale.
In particolare, un caporale di nazionalità senegalese approfittava dello stato di bisogno dei migranti africani, reclutandoli e mettendoli al lavoro in condizioni spaventose e disumane. Gli imprenditori agricoli coinvolti in questa rete approfittavano delle condizioni di vita degradanti dei braccianti, domiciliati presso il ghetto abusivo di Borgo Mezzanone, privo di servizi igienici essenziali.
Un’altra indagine, denominata ‘Stolen Work’, condotta nel dicembre 2022, ha rivelato l’illecita intermediazione di cittadini in favore di numerosi imprenditori agricoli, che reclutavano braccianti per lavori nei campi con una retribuzione misera. Questi braccianti, provenienti dall’Africa, venivano sfruttati in condizioni terribili, rimanendo intrappolati in un ciclo di abusi e povertà.
ICapitanata, una zona di bellezze naturali e tradizioni culinarie, è alle prese con un’ombra minacciosa rappresentata dalla criminalità straniera e dal caporalato. La situazione richiede un’attenzione immediata e un’azione decisa per garantire la sicurezza e il benessere delle persone coinvolte e preservare l’integrità della regione.