La travagliata storia del dipinto “Madonna Col Bambino, San Giovannino e Due Angeli”, di Jacopo del Sellaio, rubato dai nazisti e poi recuperato
L’ossessione dei nazisti nei confronti delle opere d’arte è risaputa. Essi infatti sono autori dell’ennesimo furto, in questo caso dell’opera La Madonna Col Bambino, San Giovannino e Due Angeli , dipinto rinascimentale di Jacopo di Arcangelo, detto del Sellaio. Ma prima del furto da parte delle SS, esso subì numerosi spostamenti rischiando addirittura di distruggersi. Tuttavia, l’opera, data per persa, fortunatamente è ancora intatta. La sua triste storia avrà finalmente un lieto fine?
Il primo furto, il riscatto, la sparizione
L’opera fu inizialmente attribuita a Raffaellino Del Garbo. Ma, visti i notevoli influssi tipici della scuola fiorentina di Filippino Lippi e Sandro Botticelli, la tempera fu successivamente datata 1480 – 1485 ed attribuita a Jacopo Del Sellaio.
Tale attribuzione si deve al professore e storico dell’arte Emmerich Schaffran, dell’Akademie der bildenden Künste, che lo restaurò su commissione di Gustav Arens. Egli fu un imprenditore e collezionista che visse a Vienna dal 1867 fino al 1936. Lo stesso anno della sua morte acquistò il dipinto presso la Galerie Sanct Lucas di Vienna. Da questo momento in poi inizia la difficile storia. Infatti, dopo la morte di Arens, la figlia maggiore Ann Arens ereditò il dipinto. La donna però era sposata con Friedrich Unger, anch’egli collezionista d’arte. Ma in quanto ebreo, le autorità naziste requisirono la sua intera collezione insieme alla Madonna Col Bambino di Jacopo del Sellaio. Tuttavia, gli Unger riuscirono a recuperare l’opera dietro pagamento di un cospicuo riscatto. Purtroppo però non finisce qui, durante la persecuzione degli ebrei, il quadro sparì di nuovo.
La fuga degli Unger in Francia
Nel 1938, perseguitati dai nazisti, Ann e Friedrich Unger, insieme alle figlie Grete e Gitte fuggirono in Francia per poi scappare negli Stati Uniti. Le opere d’arte e gli altri beni della famiglia rimasero in deposito a Parigi, quindi furono nuovamente requisite dai nazisti nel 1942. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, gli Unger recuperarono parte del loro patrimonio artistico, ma del dipinto di Jacopo del Sellaio si erano perdute le tracce.
Il ritrovamento 32 anni dopo
La Madonna Col Bambino riapparve misteriosamente sul mercato nel 1974 presso la Galerie Fischer di Lucerna. Poi nel 1985 a Londra a un’asta di Christie’s. Due anni dopo, ignaro della drammatica e travagliata storia del dipinto, Francesco Federico Cerruti acquista l’opera di Jacopo del Sellaio da un mercante italiano che lo aveva a sua volta acquistato all’asta di Christie’s. Fu il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea a ricostruire le vicende che contraddistinguono la storia del dipinto. Infatti, l’istituzione, dall’anno seguente alla morte di Cerruti, ha in affidamento la sua Collezione. Il museo piemontese ha riconosciuto nella tavola acquisita dal collezionista il dipinto trafugato alla famiglia Unger.
L’HCPO rintraccia le famiglie di Grete e Gitta Unger, La Madonna Col Bambino di Jacopo del Sellaio trova la pace dopo 80 anni di traversie
Nel 2018 la Fondazione Cerruti e il Castello di Rivoli, risalgono tramite l’HCPO (Holocaust Claims Processing Office) di New York agli attuali eredi del dipinto. Essi sono stati identificati nella famiglia di Grete Unger Heinz, figlia minore di Ann e Friedrich Unger, e nei figli di sua sorella Gitta Unger Meier: Karen Reeds, Andrea Meier e Alan Meier.
Recentemente, dopo l’istituzione del nuovo polo museale di Villa Cerruti, dedicato appunto alla Collezione Cerruti, gli eredi della famiglia Unger hanno acconsentito all’esposizione de La Madonna Col Bambino di Jacopo del Sellaio presso l’istituzione torinese. L’Italia si è riappropriata di un altro tesoro artistico rubato dai nazisti insieme alVaso Di Fiori di Jan van Huyusum.
Silvia Zingale