“[…]La difesa e la promozione dei nostri valori fondanti di libertà, dignità e solidarietà deve essere perseguita ogni giorno dentro e fuori l’Ue. Cari colleghi, pensiamo più spesso al mondo che abbiamo, alle libertà di cui godiamo…. E allora diciamolo noi, visto che altri a Est o ad Ovest, o a Sud fanno fatica a riconoscerlo, che tante cose ci fanno diversi – non migliori, semplicemente diversi – e che noi europei siamo orgogliosi delle nostre diversità. Ripetiamolo perché sia chiaro a tutti che in Europa nessun governo può uccidere, che il valore della persona e la sua dignità sono il nostro modo per misurare le nostre politiche…che da noi nessuno può tappare la bocca agli oppositori, che i nostri governi e le istituzioni europee che li rappresentano sono il frutto della democrazia e di libere elezioni…che nessuno può essere condannato per la propria fede religiosa, politica, filosofica… che da noi ragazze e ragazzi possono viaggiare, studiare, amare senza costrizioni…che nessun europeo può essere umiliato e emarginato per il proprio orientamento sessuale… che nello spazio europeo, con modalità diverse, la protezione sociale è parte della nostra identità, …che la difesa della vita di chiunque si trovi in pericolo è un dovere stabilito dai nostri Trattati e dalle Convenzioni internazionali che abbiamo stipulato.[…]”
Con queste parole pronunciate il 3 luglio del 2019 David Sassoli parlava per la prima volta come presidente del Parlamento Europeo. Parole di speranza e di uguaglianza, le stesse che tantissimi giornalisti, politici o chiunque lo conoscesse gli sta attribuendo nelle ultime ore, definendolo non soltanto un grande politico e un grande giornalista ma soprattutto un grande uomo.
Si è spento ieri 11 gennaio 2022 a 65 anni, per colpa di una malattia tanto aggressiva quanto crudele: il mieloma, un tumore maligno che attacca le plasmacellule contenute nel midollo osso non permettendogli di produrre gli anticorpi fondamentali per combattere le infezioni e danneggiando il sistema immunitario.
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Insieme ai molteplici messaggi di cordoglio, si sono però fatti strada dei commenti a dir poco ripugnanti, dove non solo venivano diffuse delle notizie false attribuendo la morte di Sassoli al vaccino anti Covid ma si accompagnava la notizia della sua scomparsa con offese e riso di scherno come nel tweet ripostato e criticato aspramente da Enrico Mentana che successivamente afferma di non aver mai visto così tanta cattiveria da parte di chi gioisce come un tifoso di fronte la morte delle persone.
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Tanti, troppi sono i commenti dei novax convinti che hanno deciso di approfittare di una giornata così triste per la loro propaganda, definendosi felici che il karma abbia fatto il suo lavoro e che adesso tocca agli altri vaccinati, parole di chi crede che i vaccini siano il chiaro simbolo di una dittatura sanitaria o di chi, come Nicola Franzoni che nel suo “curriculum” riporta denunce per vilipendio alla repubblica e apologia al fascismo e crede che tutta questa faccenda del Covid sia un piano creato dalle case farmaceutiche di proprietà degli ebrei, insulta Sassoli ed esulta per la sua morte.
È triste pensare che degli esseri, che faccio molta fatica a definire umani in questo momento, possano davvero provare della gioia per la morte di una persona, solo perché nella loro testa tutto questo porta ad una macabra vittoria alla loro lotta contro la scienza.
Io vorrei provare pietà per chi ha insultato Sassoli in queste ultime ore, mi ripeto che chi gioisce di fronte al dolore non ha nulla che io possa ammirare o che valga la pena approfondire, ma più che pietà continuo a provare rabbia per chi preferisce parole strabordanti di odio piuttosto che il silenzio.
“Ventotto paesi fanno grande l’Unione europea. E si tratta di 28 Stati, dal più grande al più piccolo, che custodiscono tesori unici al mondo. Tutti vengono da lontano e posseggono cultura, lingua, arte, paesaggio, poesia inimitabili e inconfondibili. Sono il nostro grande patrimonio e tutti meritano rispetto. Ecco perché quando andrò a visitarli, a nome vostro, non sarò mai distratto. E davanti alle loro bandiere e ai loro inni sarò sull’attenti anche a nome di coloro che, in quest’Aula, non mostrano analogo rispetto.”
Queste erano le parole che ha detto Sassoli quando è stato nominato Presidente del Parlamento Europeo, parole che esprimono tutta la forza e il riguardo di un grande sostenitore dell’Europa e dei diritti civili, parole che coloro che ieri lo hanno insultato non riusciranno mai neanche a pensare, parole che mi fanno scrivere un sincero, profondo e triste addio a David Sassoli anche a nome di coloro che, in questo paese, non mostrano analogo rispetto.
Giorgia Martino