I giovani sono sempre più lontani dalla politica, così come questa lo è da loro. Un fenomeno complesso che ha origine nel disinteresse della politica attuale verso le nuove generazioni e le tematiche sociali, ambientali, economiche e culturali che daranno una forma al nostro futuro.
Cosa rende, nel particolare, la nostra generazione così disconnessa rispetto al sistema politico globale?
Inefficacia della politica
La politica viene percepita come inefficace o distante dalla realtà quotidiana delle cose: specialmente negli ultimi anni le promesse elettorali non si sono tradotte in cambiamenti tangibili, e una generazione è cresciuta in un contesto politico piuttosto instabile. Nel decennio che intercorre tra la seconda metà degli anni novanta e gli anni duemila, la situazione politica italiana si è rivelata precaria e inefficace, e chi è nato in questo periodo non conosce, e perciò riconosce, una stabilità politica ed economica.
Nel corso dei vent’anni passati si sono succeduti governi su governi, molti dei quali tecnici, il che ha allontanato ancora di più la generazione Z, ovvero i nati tra i medio-tardi anni novanta del XX secolo e i primi anni 2000, dalle elezioni politiche. Tendenzialmente, infatti, l’affluenza media dei giovani è più bassa rispetto ai dati della media generale: alle scorse elezioni europee, secondo i dati di YouTrend, tra gli Under 30 la maggioranza ha votato a sinistra, tra gli studenti fuorisede italiani Avs (Alleanza Verdi-Sinistra) ha ottenuto quasi il 40%, seguita da Pd, Azione e Movimento 5 stelle.
La destra, con Fratelli d’Italia e Forza Italia, tra il 14 e il 9%. Questo dimostra come il voto giovanile, in un paese in cui la situazione demografica è piuttosto disastrosa e l’età media, dati ISTAT 2022, è di 46,4 anni, con un conseguente e aspettato aumento dell’invecchiamento della popolazione, valga veramente poco.
Tralasciando nel dettaglio la situazione Italiana, a livello globale si è assistito ad un declino della fiducia nelle istituzioni politiche tradizionali: partiti politici, politici e governi accusati di corruzione, scarsa trasparenza e di avere un attaccamento morboso alla posizione di potere in cui si trovano, oltre ai forti legami di interessi con gruppi di potere economico.
Polarizzazione politica
La crescente polarizzazione politica, di cui si è parlato anche nell’articolo La questione populista oggi: tra libertà e nazionalismi, ha portato ad un clima di scontro che può sembrare non solo divisivo, ma anche poco produttivo. I giovani, specialmente i più progressisti, si sentono alienati da un dibattito politico che sembra ridotto a conflitti tra le fazioni, piuttosto che focalizzato su soluzioni concrete ai problemi reali.
Mancanza di rappresentazione
Molti giovani non riconoscono una rappresentanza dei propri interessi sufficiente: la politica è, nella maggior parte dei casi dominata da figure anziane che non riescono a comprendere, o non si interessano a farlo, le preoccupazioni delle nuove generazioni, come la lotta ai cambiamenti climatici, la crescente disoccupazione giovanile, la precarietà lavorativa e la digitalizzazione.
Negli Stati Uniti, ad esempio, nonostante l’aumento dell’attivismo giovanile, le politiche pubbliche continuano ad essere dominate dai gruppi di potere tradizionali, ciò ha portato, e le recentissime elezioni americane ne sono un esempio, ad una disillusione nei confronti del sistema tradizionale: molti giovani si sono orientati verso i cosiddetti Third Parties, che hanno ottenuto, però, una percentuale piuttosto bassa. Questo è sintomo di come, tra i più giovani la soluzione offerta dalla politica tradizionale non sia più sufficiente.
Come si supera la distanza?
La globalizzazione, fenomeno ormai consolidato, ha ridotto il senso di appartenenza ad una comunità locale e si comprende facilmente come le politiche nazionali siano influenzate da forze globali, vedi multinazionali e istituzioni internazionali, il che rende più complesso percepire il valore dell’impegno politico nazionale che appare privo di importanza di fronte a questioni di rilevanza globale.
Molti giovani, peraltro sono inclini a sostenere movimenti politici o gruppi che propongono cambiamenti innovativi e radicali, specialmente quelli che promuovono il cambiamento del sistema economico che sta letteralmente distruggendo il nostro mondo e ogni forma possibile di eticità. In un sistema obsoleto è difficile che una generazione disillusa da valori che hanno tenuto in piedi un’epoca e dai fondamenti di questa società, sostenga un organismo disfunzionale e cerchi di costruire su questo: occorre un paradigma innovativo per affrontare le sfide del futuro.
Superare la distanza tra i giovani e la politica richiede non solo del tempo, ma anche l’ascolto di una categoria sociale emarginata, le cui idee vengono bistrattate e in molti casi, represse con la forza. Tutti i giovani e gli studenti censurati e manganellati a cortei pacifici, sono soggetti politici, che fanno parte di un sistema che non ha l’intenzione di considerarli. Per questo è necessario un cambiamento radicale nel modo in cui la politica è vissuta e praticata, per diventare davvero rappresentativa, e non nemica, delle esigenze delle nuove generazioni.