La libertà vigilata di Oscar Pistorius tra e dubbi irrisolti

libertà vigilata di Oscar Pistorius

La libertà vigilata di Oscar Pistorius stabilita dalla Commissione di Città del Capo offre una sorta di redenzione post-carcere all’ex atleta paralimpico, dopo un decennio di detenzione per l’omicidio della sua ex fidanzata.


Una decisione che farà molto discutere ha già scosso il panorama giudiziario: Oscar Pistorius, l’ex campione paralimpico, tornerà alla libertà il 5 gennaio. Questa determinazione è giunta dalla Commissione per la libertà vigilata di Città del Capo, dopo un decennio di detenzione per l’omicidio di Reeva Steenkamp, sua fidanzata. Un fatto che continua a suscitare polemiche e dibattiti.

Il Dipartimento dei servizi penitenziari ha confermato l’assegnazione della libertà vigilata a Pistorius fino al termine della sua pena. Nel 2016, l’atleta è stato condannato a 13 anni di reclusione per aver sparato ripetutamente alla compagna attraverso la porta del bagno della sua residenza a Pretoria, in Sudafrica, durante la giornata di San Valentino del 2013. L’atleta ha sostenuto di averla scambiata per un intruso, mentre l’accusa ha persistito sull’ipotesi di un omicidio premeditato, derivato da una lite.

Tuttavia, la liberazione di Pistorius comporterà una serie di vincoli. Si prevede che sia sottoposto a un programma di “terapia per la rabbia”, come comunicato dai parenti della vittima. Inoltre, dovrà svolgere servizi sociali e partecipare a un percorso terapeutico contro la violenza sulle donne, come indicato dal portavoce della famiglia Steenkamp, Rob Matthews, in una conferenza stampa.

Questa decisione non è stata priva di critiche. June Steenkamp, madre della vittima, pur non opponendosi alla scarcerazione di Pistorius, ha espresso in una lettera pubblica le sue perplessità riguardo al caso. “Non credo alla versione di Oscar secondo cui pensava di sparare a un ladro. Era consapevole che si trattava di Reeva e, al momento, non sono convinta che Oscar abbia compiuto un percorso di riabilitazione psicologica. Il nome di Reeva e la sua tragica fine continuano a sollevare la consapevolezza sulla violenza di genere in tutto il mondo“, ha concluso la madre.

È una decisione che, nonostante la libertà vigilata imposta, suscita interrogativi sull’efficacia del sistema penale e sulla giustizia stessa. L’ombra di quel tragico giorno di San Valentino continua a gettare dubbi sull’intento e sulle circostanze dell’omicidio, mentre il nome di Reeva rimane un simbolo internazionale nella lotta contro la violenza sulle donne. La liberazione di Pistorius rappresenta un capitolo che, anche se sancisce la fine della sua detenzione, non cancella le incertezze e la controversia che circonda questo doloroso caso giudiziario.

Chiamato con il soprannome di “l’uomo senza gambe” a causa di una grave condizione che lo ha portato ad essere amputato quando era ancora un bambino, Oscar Pistorius ha ottenuto notevoli risultati come atleta paraolimpico. Nel corso della sua carriera, ha vinto medaglie d’oro nei 200 metri nel 2004 e nei 100, 200 e 400 metri nel 2008, stabilendo record mondiali in tutte e tre le specialità. La sua consacrazione è arrivata nel 2012, quando ha fatto la sua storica apparizione alle Olimpiadi di Londra, gareggiando con successo nella semifinale dei 400 metri e diventando il primo atleta amputato a partecipare alle Olimpiadi nell’atletica leggera.

Utilizzando protesi conosciute come “cheetah” per le competizioni, ha anche ottenuto risultati significativi ai Mondiali di Taegu nel 2011, diventando il primo atleta paraolimpico a conquistare una medaglia in una competizione mondiale dedicata agli atleti senza disabilità. Il suo fidanzamento con Reeva, una donna di straordinaria bellezza, sembrava essere la fine felice di una fiaba, ma ha invece rivelato aspetti più oscuri, quali frustrazioni, gelosie e comportamenti dominanti.

Secondo quanto riportato dal suo ex-manager, durante la sua detenzione Oscar ha sperimentato diversi cambiamenti: ha subito la perdita dei capelli, ha iniziato a fumare e ha dedicato il suo tempo allo studio degli affari. Alla vigilia della sua imminente liberazione, sembra che abbia progetti futuri nel settore immobiliare. La corsa dell'”Uomo Lama” continua, undici anni dopo l’evento tragico che ha segnato la fine irrevocabile della vita della sua compagna.

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