Lasciateci la libertà di essere felici, lasciateci la libertà di sognare e non chiedeteci perché preferiamo nuotare di notte quando il mondo dorme e noi vogliamo vivere.
Lasciateci la libertà di abbandonare il cognome a casa, almeno per un giorno, e lasciateci la libertà di usare un nome a metà e credere che il futuro sia come vogliamo che sia.
Lasciateci la libertà di essere felici, perché il mondo che ci aspetta è davvero spaventoso e oggi che potremo dedicarci a sorridere, non ci strappate il desiderio di essere noi, oggi che ne abbiamo ancora la forza.
Lasciateci essere noi stessi, se non abbiamo gli stessi occhi e non compiamo le stesse azioni, non vuol dire che le nostre siano sbagliate, ma che semplicemente siamo diversi.
Lasciateci essere diversi da voi: lasciateci perdere un evento particolare, che poi “particolare” è solo ciò che vogliamo che sia, e magari per noi il particolare è dimenticare gli impegni per un giorno, per una sera.
Lasciateci la libertà di essere felici e se la felicità per noi equivale a cercare la nostra strada rischiando di sbagliare mille volte, fateci rischiare.
Lasciateci la libertà di sbagliare, perché siamo maturi e sapremo correggere ogni errore.
Lasciateci sbagliare come sbagliate voi sulla nostra pelle e non lo ammettete mai, perché noi, al contrario, sapremo ammetterlo e rimediare.
Lasciateci sbagliare, per trovare nell’errore, la meraviglia.
Lasciateci la libertà di essere liberi, non imprigionate la nostra anima in delle fredde convenzioni, che seccano gli occhi e gelano il cuore.
Fateci rompere le convenzioni, fateci saltare un pranzo per andare al mare, fateci rischiare la felicità.
Non chiedeteci di scegliere, non metteteci di fronte ad un aut-aut, non fatelo perché sarebbe sbagliato, perché sceglieremo per paura, asseconderemo l’apparenza e poi creerete dei burattini che conosceranno solo il dolore e il dovere.
Avrete assecondato così il gioco malvagio e perverso del mondo: impedirci la felicità, impedirci il respiro della libertà dell’avere il tempo dentro di noi.
Non chiudeteci il pensiero dentro una scelta ingiusta, dentro una scelta tra due fuochi, così facendo, ci spingerete a far soffrire, e farete soffrire noi, ci insegnerete che per ottenere qualcosa, bisogna minacciare velatamente.
Credete davvero che questo sia giusto?
Non chiedeteci di scegliere, perché scegliere equivale a tagliare fuori qualcuno, equivale a ferire, non spingeteci ad essere ciò che non siamo.
Ci sono situazioni che semplicemente accadono, perché è così che deve andare.
E non lo so se credere nel destino, nel fatalismo o nella forza d’animo, so solo che certe volte bisogna lasciare andare.
Ho pochi anni, ma quanto basta per capire che le persone hanno il dovere di rischiare la felicità, che vanno lasciate andare, perché l’amore consiste nel rendere la vita dell’altro, libera di cercare il proprio posto nel mondo. E stare in un posto o nell’altro, non equivale a scegliere chi si ama, ma equivale semplicemente a scegliersi, e tutti hanno il diritto di scegliersi.
Ho imparato a mollare la presa quando qualcosa è così e non può essere altrimenti.
Ho imparato a riconoscere quando qualcuno non vuole rimanere, lo leggi nel fondo dei suoi occhi.
Quella malinconia di un posto in cui essere felice, misto a un senso di colpa di chi non ce la fa a dire “addio”, ti fa capire che non è quello il posto per quella persona e allora, devi mollare la presa.
Non lo so in cosa credere, so che il coraggio e la forza sono necessari, ma che alcune volte bisogna rinunciare per amore e non si tratta di codardia, ma di vero amore, e il vero amore lascia la libertà.
Ho imparato che l’atto più grande d’amore e di coraggio che una persona possa fare, è lasciare la libertà di essere felici.
Vanessa Romani