Sono numerosissimi gli autori giapponesi letti e apprezzati in occidente. Tuttavia, la letteratura di Haruki Murakami sembra costituire un fenomeno a parte. In breve tempo, questo autore ha conquistato un enorme numero di lettori. I suoi libri sono stati tradotti in oltre cinquanta lingue e molti dei suoi fan accaniti ritengono che Murakami meriti di ricevere il Nobel per la letteratura.
Ad ottobre, Murakami arriverà in Italia, ad Alba, per tenere una lectio magistralis presso il Teatro Sociale Busca. Un’occasione davvero unica per tutti coloro che sognano di conoscere il proprio idolo. L’iscrizione per accedere all’incontro con l’autore può essere effettuata mediante una procedura on-line. I posti vanno letteralmente a ruba.
Il volto dell’autore
In Giappone, Murakami viene considerato uno dei più “occidentali” tra gli autori nipponici. E questo non tanto per i suoi continui richiami alla cultura – e in particolare alla musica – americana ed europea quanto per il suo stile narrativo. Ciò che risalta in particolare nei suoi romanzi sono la semplicità espositiva e il lucido realismo con cui vengono raccontati personaggi e situazioni.
A questo realismo descrittivo, si contrappone l’atmosfera onirica in cui vengono ambientate le storie. Non è strano che i personaggi di Murakami si imbattano in animali parlanti, uomini senza volto o in spazi dimensionali alternativi alla realtà. Quelli che sembrerebbero elementi surreali in realtà altro non è che rappresentazioni oggettive delle paure più profonde dell’animo umano. Non a caso in uno dei suoi più romanzi più intriganti, Murakami cita Kafka nel titolo. E cos’è la trasformazione di Gregor Samsa in scarafaggio se non la proiezione di un senso di inadeguatezza e dell’impossibilità di comunicare con il mondo?
I protagonisti dei romanzi di Murakami sono spesso persone che non hanno nulla di speciale o che per lo meno si sentono tali. Il loro peregrinare rappresenta un percorso interiore. E dietro gli aspetti più visionari delle storie che vivono si nasconde una simbologia che il lettore interpreta mettendo in campo i propri demoni. Tutti coloro che cercano una trama dalla struttura ordinaria, potrebbero rimanere delusi dalla letteratura di Haruki Murakami. Non è raro infatti che il romanzo non presenti una fine compiuta, rimanendo sospeso, così sospesa è la vita.
Tra oriente e occidente
Indagare il segreto del successo di un autore non è mai semplice. I fattori che contribuiscono al successo di uno scrittore in un determinato contesto culturale sono molteplici. Tuttavia, nel caso di Murakami, esistono alcuni fatti curiosi legati alla sua vita che potrebbero avere una certa rilevanza in proposito.
Quando arrivò il momento di scrivere il suo primo romanzo, Murakami scelse di scriverlo in inglese. Non nella sua lingua madre dunque. Preferì affidarsi alla freschezza di una lingua che conosceva meno, ma che gli avrebbe dato accesso e forme espressive per lui nuove. Questa scelta fu per lui una scommessa vinta. In effetti il suo primo romanzo dal titolo ascolta la canzone del vento, era caratterizzato da una prosa quasi grezza. Frasi brevi e molto semplici ma con un ritmo particolare, di cui lo stesso autore finì per stupirsi. Da quel momento in poi, Murakami continuò a scrivere libri, abbandonando definitivamente le precedenti attività commerciali a cui si era dedicato.
Murakami ha inoltre vissuto in occidente molto a lungo. Alcuni libri li ha scritti per intero durante i suoi soggiorni all’estero. Nel 1986 visse tra l’Italia e la Grecia. In particolare si stabilì per lungo tempo in Sicilia e poi a Roma. In quegli anni portò a termine una delle sue opere di maggior successo: Tokio Bues, Norvegian Wood (ne furono vendute 2 milioni di copie in un anno). Insomma, il rapporto dell’autore con il mondo occidentale va ben oltre la mera curiosità. Ma non per questo i personaggi dei suoi romanzi non conducono una vita strettamente legata agli usi del Giappone.
Il creaturalismo di Murakami
Si può dire che la letteratura di Haruki Murakami apra una finestra che offre una prospettiva del Giappone del tutto nuova per il lettore occidentale. I suoi romanzi si leggono tutti d’un fiato e hanno la capacità di proiettare i lettori nel mondo di chi scrive senza che se ne accorgano. La sua apertura all’occidente sottende l’idea che non esista infondo uomo occidentale o uomo orientale. Ma che nella sua essenza e nella sua dimensione esistenziale l’uomo è creatura universale.
Sebbene non si possa affermare che questo sia l’unico segreto del suo successo, non ci sono dubbi sul fatto che la letteratura di Murakami è unica nel suo genere. Scoprire qualcosa di più di questo eclettico autore sarà privilegio dei fortunati che riusciranno a seguire la sua lectio magistralis l’11 ottobre.
Livia Larussa