La lana di pecora come alleato per combattere l’inquinamento marino

La lana di pecora

La lana di pecora è la nuova protagonista di una manovra green per salvare le acque dall’inquinamento da idrocarburi. Da Bitti parte il progetto sardo dei “tappeti galleggianti” in lana di pecora, capaci di assorbire e “digerire” le chiazze di idrocarburi che minacciano la salute dei porticcioli. Un’idea della società Edizero, approvata e certificata dal Ministero dell’ambiente.
Le fasce di tessuto contengono microcelle capaci di catturare e trattenere gli idrocarburi petrolchimici. Con un chilo di prodotto si riescono ad assorbire dai 7 a 14 chili di idrocarburi e questo può essere anche riutilizzato, garantendo un assorbimento fino ad altri 50 chili.


Un oceano malato con conseguenze per l’uomo

L’inquinamento da idrocarburi ha effetti devastanti per interi ecosistemi.  Arriva a coprire aree molto estese, minacciando non solo la biodiversità ma anche la stessa vita dell’uomo sul pianeta.

Uno studio del Global Observatory on Pollution on Health del Boston College mostra che l’inquinamento dei mari minaccia la vita di persone, animali e pianteDalla salute degli oceani dipendono i cambiamenti climatici, la sicurezza alimentare e la salute umanaLe acque coprono il 70% della superficie terrestre e regolano la temperatura della terrestre, permettendo la vita su questo pianeta. I mari sono fonte di cibo, energia, commercio e di occupazione per l’uomo. Il loro valore di mercato è pari circa al 5% del PIL globale.

La lana di pecora: soluzione semplice per un problema critico

L’inquinamento da idrocarburi è principalmente dovuto allo scarico in mare di acque usate per il lavaggio di serbatoi di petroliere, e alle fuoriuscite di greggio da piattaforme o petroliere.
Una volta in acqua il petrolio forma  una pellicola impermeabile che impedisce lo scambio di ossigeno tra atmosfera e acqua. Le aree portuali in cui sono state collocate le barriere di lana, sono tra le più inquinate. Ma l’iniziativa copre un contesto più ampio: i porti sardi hanno abbracciato il progetto GRRinPORT, che  mira a ricollocare le strutture portuali in un contesto eco-sostenibile. Un’iniziativa presa finora da Cagliari, Ajaccio e Livorno, utilizzando materiali alternativi come sughero o canapa.
L’utilizzo innovativo di lana di pecora rientra nella filosofia green, con cui si riconvertono materiali naturali un tempo fonte di guadagno ma oggi poco pregiati, in innovativi oggetti benefici e funzionali all’uomo.

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