Lo studio sulla guerra delle volpi è stato pubblicato su Journal of Applied Ecology.
Strade di montagna
In Norvegia è in corso una guerra delle volpi in nome della sopravvivenza. Non è l’inizio del nuovo film di Christopher Nolan, ma il risultato di uno studio della Norwegian University of Science and Technology. Infatti, la volpe rossa sta letteralmente invadendo l’habitat della volpe artica. Le specie animali che dimorano le alte montagne vedono i loro territori dividersi e frammentarsi a causa delle nostre strade. In aggiunta “spazzini” come la volpe rossa approfittano delle strade per avventurarsi in territori di altre specie, minacciandone l’equilibrio. “Più baite, più turismo e più traffico stradale significano più spazzatura e più animali morti sulla strada” sottolinea Lars Rød-Eriksen, co-autore dello studio. “Per gli spazzini come la volpe rossa o il corvo, significa più cibo appetitoso”. Il ricercatore ha monitorato le strade di Dovre, Saltfjellet e Hardangervidda per comprendere come le nostre strade influiscano sulla fauna.
Cibo spazzatura e netturbini naturali
A causa della presenza umana, la volpe rossa ha iniziato la sua invasione nei territori di quella artica. “Abbiamo capito che la volpa rossa usa la strada sia per trovare cibo che per muoversi di luogo in luogo. Specialmente d’inverno, le strade sono più facili da attraversare del terreno innevato” spiega Rød-Eriksen. “Abbiamo utilizzato le tracce nella neve e telecamere nascoste per documentare la presenza di volpi rosse. Più ci avvicinavamo alla strada e più aumentava il numero di volpi rosse. La quantità era pressoché direttamente proporzionale a quella dei rifiuti e degli avanzi gettati per strada”. Il ricercatore fa poi notare come questo sia l’inverso per le volpi artiche. “Più spazzatura significa meno volpi artiche. Queste volpi non stanno nei pressi delle strade. Non crediamo sia per mancanza di attrattiva, ma perché le volpi rosse sono una presenza intimidatoria” continua Rød-Eriksen.
Il Davide bianco contro il Golia rosso
Le volpi artiche si nutrono prevalentemente di piccoli roditori. Questo non significa che disdegni la spazzatura. Di tanto in tanto, anche la volpa artica è tentata dai nostri avanzi, ma quando si tratta di rifiuti non può competere con la volpe rossa che “è più grande, più forte e domina nella competizione tra le specie”. A detta di Rød-Eriksen infatti “le volpi artiche frequenterebbero le strade se non fosse per le volpi rosse. Ci sono stati alcuni casi in cui una volpe rossa ne ha uccisa una artica. Questo accesso libero al cibo permette alle volpi rosse di stabilirsi nelle zone montane più alte. E la questione si inasprisce durante l’inverno”. In aggiunta, i corvi funzionano da guide per le volpi. Da bravi osservatori, seguono i corvi che spesso per primi avvistano il pasto, così da prendere parte al banchetto.
Gli effetti dell’invasione
Rød-Eriksen spiega che la volpe rossa è sempre esistita in montagna ma che in quanto specie invasiva può distruggere il delicato ecosistema alpino se decidesse di stabilirsi definitivamente. Purtroppo per l’ecosistema, sembra che sia così. “La volpe artica è già di per se una specie minacciata, e sembra che la volpe rossa stia estendendo questo status a altre specie come la pernice bianca, che nidifica a terra. Lo chiamiamo un effetto a cascata, perché come un domino va a toccare più di una specie”. Più strade e più traffico portano a più animali morti sull’asfalto, quindi a più volpi. Però, il ricercatore pensa che sia più facile agire sulla spazzatura. “Possiamo informare le persone con campagne di sensibilizzazione sulle conseguenze che la loro spazzatura ha sull’ambiente. Molte persone non ci pensano neppure a quanto negativo possa essere il loro impatto sull’ecologia. Altre nazioni hanno leggi più dure su questo tipo di rifiuti. Spero che la Norvegia faccia altrettanto”.
I metodi di chi osserva
Rød-Eriksen ha documentato e studiato la guerra delle volpi con tecnologie e metodi specifici. Durante l’inverno ha tracciato le impronte delle volpi e si è aiutato con telecamere nascoste con tanto di esca, poste a distanze diverse dalla strada. Il metodo si è rivelato fruttuoso. Durante l’estate la ricerca è stata più complicata. I corvi riuscivano a trovare le prede prima delle volpi e spesso anche a mangiarle. Rød-Eriksen ha provato a utilizzare dei finti nidi di uccello contenenti un uovo di quaglia vero come esca e uno finto, fatto di argilla. L’idea era di analizzare i segni di morso lasciati dall’animale sull’argilla per capire se fosse una volpe o un corvo. Anche in questo caso il corvo ha reso più complesso distinguere i risultati buoni da quelli falsati. Per questo motivo Rød-Eriksen ha deciso di controllare l’habitat nelle sue variazioni stagionali e di sperimentare nuovi e più affidabili metodi.
Daniele Tolu