Quando si parla della guerra in Siria si parla sempre e solo di accordi europei, ISIS, regali economici dell’Europa alla Turchia per tenere a bada i flussi migratori e del feroce regime di Assad.
Quello di cui voglio parlare o meglio condividere é la situazione delle vere vittime di ogni guerra: I bambini.
I bambini siriani -di cui non si hanno cifre esatte di quanti siano in Europa- sono invisibili agli occhi dell’opinione pubblica.
Nessuno si é mai interrogato su come vivano o per quanto tempo restino bloccati in campi profughi, in quei stessi campi dove assistono a scontri etnici e religiosi di un’atrocità impensabile o da chi vengano accuditi o semplicemente se gli venga garantito il minimo essenziale alla sopravvivenza.
Ogni anno organizzo con la mia associazione una Carovana solidale con l’unico scopo di distribuire aiuti di vario genere nei vari campi dei rifugiati siriani in Grecia.
Durante l’ ultima Carovana che ha fatto rotta su Atene, io e i volontari abbiamo incontrato una situazione drammatica rispetto le precedenti.
Bambini sofferenti, vittime di una guerra non loro, come una bambina di Aleppo, 10 anni.. con la faccia completamente ustionata come anche il fratellino, ustionato anche lui ma al torace.
Bambini che subiscono violenze psicologiche e fisiche e che assistono a scene impensabili, come una piccola bimba afgana il cui papà, é stato picchiato e minacciato dagli altri abitanti del campo per aver ricevuto da noi un passeggino, ma successivamente i responsabili del campo ci hanno spiegato che i bambini sono abituati a queste scene… Gruppi di etnie diverse che quasi ogni giorno si scontrano tra di loro per futili motivi, includendo negli scontri anche i bambini .
La divisione sistematica delle etnie all’interno dei campi scaturisce continue risse e percosse alle minoranze sia religiose che etniche.
Una guerra tra poveri tra i più poveri. Una guerra dove ancora una volta sono i più piccoli a soffrire più di tutti.