Attenzione! Questo articolo NON ha toni scientifici. Se volete approfondire in modo tecnico la questione allora dovrete andare altrove. Buona lettura.
Il governo vuole attraccare la grossa nave Golar Tundra al porto di Piombino
Son tempi duri questi, specie da quando è scoppiata l’ennesima guerra nel mondo. Solo che quella in Ucraina ci riguarda di più. Voialtri là fuori, scusate le spalle, ma qui è in ballo la nostra caldaia. E così, dopo anni di amorevoli intese, pare proprio che il governo italiano abbia preso il muso con Vladimir Putin. Peccato che i nostri destini vadano tuttora a braccetto con gli umori dell’ultimo zar. Gli accordi sul gas tra la Russia e l’Italia vivono ancora da separati in casa Nord Stream, ancora alle prese a fare i bagagli.
Per andare più veloce, ci siamo pure comprati una nave. Una nave grande e grossa, la Golar Tundra. Il governo vuole attraccare questa ragazzona da 300 metri al porto di Piombino. Peccato che lì nessuno la voglia. “Eh vabbè” sembra dire il governo, girando il timone e cantando “Fin che la barca va”.
L’affare Golar Tundra
Andiamo con ordine. A inizio giugno scorso, la società che gestisce i gasdotti in Italia, la SNAM, ha acquistato la Golar Tundra, un enorme rigassificatore galleggiante. La ragazzona è costata 350 milioni di dollari ed è lunga 300 metri. In gergo tecnico, la sua funzione è quella di una FSRU, ovvero “Floating Storage and Regasification Unit”. Detto terra terra, la Golar Tundra dovrebbe servire a sfruttare il gas liquefatto, portandolo allo stato gassoso.
La nave non è ancora arrivata in Italia, anzi potete seguirne il tragitto a questo link. La causa a monte di questo affare è la stessa che ha portato l’Italia a stringere accordi con l’Algeria e altri Paesi. Ovvero? Ridurre la dipendenza nazionale dal gas russo, sulla scia delle sanzioni per “isolare” la terra di Putin.
Cosa fa la Golar Tundra
Come ho scritto nel paragrafo precedente, la Golar Tundra è un rigassificatore galleggiante. Ce ne sono anche altri in Italia, trovate un elenco a questo link. In buona sostanza, queste enormi navi portano il GNL, il gas naturale liquefatto, allo stato gassoso, quello che si usa negli impianti di riscaldamento. Quindi questa operazione serve ad avere un’atra fonte energetica per il fabbisogno civile e industriale.
Poi l’Europa importerà il GNL americano, che senza i rigassificatori andrebbe sprecato. Ecco perché c’è tanta frenesia con la grossa Golar Tundra, perché se non dovesse andare “in porto” il suo utilizzo sarebbe più difficile gestire tutto quel gas in arrivo dagli Stati Uniti. Sostanzialmente, prima il governo ha scelto di comprare più GNL e poi ha pensato al come gestirlo. L’ennesima commedia all’italiana.
Golar Tundra, malvenuta a Piombino!
Insomma, al governo serve questa enorme nave metaniera. E infatti SNAM l’ha acquistata per l’enorme quantità di gas che riuscirebbe a trasformare, anche se non entrerebbe comunque in funzione prima della prossima primavera. Quello che è successo dopo è simile a un episodio della famosa sitcom “iCarly”, quando Spencer compra a poco prezzo una copia uno a uno della navetta spaziale di un film di fantascienza; la navetta però occupa l’intero salotto, e così tutto il gruppo la vuole fuori di casa. Uguale proprio. Il governo infatti pensa di parcheggiare l’enorme rigassificatore al porto di Piombino. Soluzione poco comoda alla gente del posto, che vive di pesca e di turismo. E poi queste navi sono di solito messe in off-shore, mica nei centri abitati!
Dirigenti e commissari alle prese con la nave
L’amministratore di SNAM, Elio Ruggeri, spiega in un’intervista che, sia per SNAM che per il governo, il porto di Piombino è un attracco ideale, essendo vicino al gasdotto nazionale. Senza dimenticare poi la non praticità del costruire una piattaforma in mare aperto, dato che il governatore della Toscana, Eugenio Giani, in qualità di commissario, ha chiesto un piano da 2/3 anni. Di solito i cicli di questi contratti hanno una durata di 25 anni. L’inconsueta durata richiesta da Giani è stata causata dalle pressioni del sindaco di Piombino, Francesco Ferrari, e di altre figure come il consigliere regionale Gianni Anselmi.
Il governatore Giani ha anche presentato un memorandum al governo per chiedergli di venire incontro alla Regione Toscana sul fronte energetico con degli investimenti. Ad oggi non c’è ancora traccia di questo memorandum sui siti degli enti pubblici coinvolti.
Mesi di piombo
Il governatore chiede un sacrificio alla città di Piombino, in nome dell’interesse nazionale. Eppure la nobile causa non è bastata a placare gli animi, che sono già avvezzi da tempo alla distanza dello Stato. Fino al 2014, Piombino era il secondo polo siderurgico d’Italia. Poi l’altoforno ha chiuso i battenti, lasciando i cittadini disoccupati e l’ambiente deturpato. Dallo Stato nessuna carezza, anzi solo menzogne: le promesse di aiuti a Piombino non sono mai state mantenute.
E adesso, dopo anni, Pantalone torna in città e tira un ceffone al porto cittadino. Che non gioverà di certo della presenza di quest’ospite indesiderato. Fosse solo questione di spazio, magari! La grossa nave, infatti, muta anche la temperatura delle acque cittadine, andando così a danneggiare la pesca, tanto cara all’economia di Piombino. Senza contare poi i rischi che comporta l’avere questa gigantesca metaniera a pochi passi dalla città.
Le orecchie da mercante dei palazzi del potere
Quest’ormeggio non s’adda fare, a Piombino sono tutti d’accordo. A livello locale, tutti i partiti hanno detto di no alla Golar Tundra, dalla destra alla sinistra. A livello nazionale invece, solo Giorgia Meloni s’è espressa a sfavore, mentre gli altri leader si sono astenuti. A parte Carlo Calenda che vuole solo i signorsì. Il governo dei migliori è passato a miglior vita, e così la questione Piombino è ferma in cantina. Si fa per dire, dato che l’affare è concluso e la nave attende l’ormeggio. Una cosa però è certa: pare proprio che Roma se ne freghi di Piombino.
A Piombino emergono problemi del sistema
Non si può certo dire che il governo abbia fatto una bella figura lì a Piombino. Parliamoci chiaro, non è una buona amministrazione quella che non tiene conto degli umori popolari. Bastava guardare al passato e al presente della città per capire che un rigassificatore galleggiante ormeggiato al porto cittadino non sarebbe stato accolto con entusiasmo dalla gente del posto. Invece viene invocato l’interesse nazionale, rappresentato dall’ennesimo governo con l’aspettativa di vita di una farfalla.
Uno Stato così debole che sa ragionare sono in bienni e trienni, e che rompe con Putin “solo” quando cadono le bombe in Ucraina. Se non cadiamo come i gatti è per colpa degli ex amici del Cremlino. Detto ciò, non si sa con quale giustizia dovrebbero essere gli abitanti di Piombino a pagare il caro prezzo delle vecchie compagnie. Ma in tempi di crisi tutto viene giustificato, finanche le scelte più frettolose. Ci fosse però, almeno ogni tanto, un periodo tranquillo in mezzo alla crisi perenne. Ma anche se ci fosse, Piombino non sarebbe una priorità. Non può certo aspirare ad ambiziose richieste una città che viene considerata un grande parcheggio alla mercé del governo. Pare proprio che quella di Piombino sia in effetti l’ultima voce in capitolo sulla questione Golar Tundra.
Matteo Petrillo