La Grecia approva il matrimonio egualitario: è il 16esimo Paese in Ue e il 37esimo nel mondo

Matrimonio egualitario in Grecia.

La Grecia approva ufficialmente il Ddl in merito al matrimonio egualitario. La nuova legge, sostenuta anche dal primo ministro di centro-destra Kyriakos Mitsotakis, riconosce le nozze tra persone dello stesso sesso e, allo stesso tempo, consente alle coppie l’adozione di minori.

La Grecia approva il matrimonio egualitario diventando, così, il primo Paese di tradizione cristiano-ortodossa ad ufficializzare e riconoscere tale diritto.

“La storica riforma che abbiamo approvato oggi renderà migliore la vita di alcuni nostri concittadini”, afferma il primo ministro Mitsotakis in una dichiarazione riportata dal Guardian.

Inoltre, Mitsotakis aggiunge che tale approvazione è fondamentale per abolire coraggiosamente una grave disuguaglianza presente nella società odierna.

“Le persone che erano invisibili saranno finalmente rese visibili intorno a noi e, con loro, molti bambini troveranno finalmente il posto che meritano”.

La Grecia è il 16esimo Paese europeo ad approvare il matrimonio egualitario.

Il risultato storico raggiunto dal governo di Atene, porta la Grecia ad essere il 16esimo Stato europeo a riconoscere il matrimonio egualitario e le adozioni per coppie dello stesso sesso.

I Paesi dell’Europa che riconoscono il diritto per il matrimonio egualitario sono: Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia, Spagna e Svezia.

D’altra parte, i Paesi che non riconoscono ufficialmente e/o in maniera totale il matrimonio egualitario, ma concedono appena altre forme di unioni civili o in alcuni casi nemmeno quelle, sono: Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Ungheria, Lettonia, Italia.

L’approvazione definitiva del Ddl sul matrimonio egualitario in Grecia

Dopo due giorni di discussioni e vari cicli di votazioni, il Parlamento ha definitivamente approvato un disegno di legge che riconosce il matrimonio egualitario in Grecia.

La proposta di legge, sostenuta anche dal primo ministro, è stata approvata grazie al voto a favore di  Syriza, Nuova Sinistra e Pasok ( socialisti) all’opposizione. Invece, 51 parlamentari aderenti a Nuova Democrazia, partito conservatore attualmente al governo, si sono opposti a tale decisione definitiva.

Nella tarda serata di giovedì scorso è stato definitivamente approvato tale disegno di legge con un totale di 254 deputati votanti: 176 hanno votato a favore, mentre 76 hanno votato contro e 2 si sono astenuti.

Festeggiamenti in piazza all’annuncio dell’approvazione del Del sul matrimonio egualitario.

Le critiche per l’approvazione del disegno di legge

Nell’opposizione per l’adozione definitiva di tale riforma spiccano i partiti di estrema destra, alcuni membri più conservatori del partito attualmente al governo e facente riferimento al primo ministro Mitsotakis, e il Kke, ovvero il Partito comunista della Grecia.

Le opposizioni sopracitate possono essere riconducibili ad uno scenario interno alla politica greca, mentre vi sono anche altri fronti di opposizione provenienti da rappresentanti “non politici”.

Si tratta, ad esempio, dei vertici della Chiesa ortodossa greca, che sono arrivati a minacciare di scomunica chiunque avesse votato a favore della legge per il matrimonio egualitario.

Altre critiche, sono arrivate anche da alcuni partiti progressisti, come ad esempio Syriza. Qui, non si critica l’approvazione generale di tale disegno di legge, ma anzi, si contesta il fatto che alle coppie formate da persone dello stesso sesso non sia stato dato il diritto di accedere alla “gestazione per altri”, più comunemente conosciuta come maternità surrogata, che invece è riconosciuta legalmente per coppie eterosessuali e per madri single.

Tuttavia, la nuova legge approvata in Grecia riconosce, però, la “gestazione per altri” se effettuata in Paesi esteri.

Il diritto al matrimonio egualitario in Italia

In seguito all’ufficializzazione di tale Ddl in Grecia, il quotidiano greco Ekhatimerini scrive:




“Una delle implicazioni del successo dell’introduzione della legge sull’uguaglianza dei matrimoni da parte del governo di centro destra di Mitsitakis è che potrebbe incoraggiare più Paesi del blocco orientale dell’Europa, così come più governi di destra, a seguire l’esempio e prendere in considerazione politiche inclusive simili”.

Tale dichiarazione fa subito riflettere sulla situazione italiana.

La classe dirigente italiana, che sia di destra o di sinistra, riscontra un evidente problema nel riconoscere la realtà globale e il quadro generale delle vecchie e nuove democrazie, sopratutto quando l’argomento sono i diritti civili.

L’evidenza delle capacità genitoriali e della stabilità delle coppie lgbtq+, nonché l’ovvietà del fatto che persone dello stesso sesso possono innamorarsi e che devono avere tutti i diritti riconosciuti, è ormai affermata in moltissime parti del mondo, come ad esempio in Paesi europei fino ad arrivare al Brasile e numerosi altri stati latino-americani.

Ciò ha comportato uno sviluppo della legiferazione per quanto riguarda i diritti di tali minoranze, cosa che in Italia sembra ancora un’utopia.

Il punto centrale della questione dei diritti per la comunità lgbt+ in Italia, che spazia dall’approvazione del matrimonio egualitario alla protezione ad esempio contro i crimini d’odio, fa leva su una omofobia istituzionale radicata nella nostra società.

La svolta può accadere quando i governo italiano riuscirà a comprende la posizione che il nostro Paese vuole ricoprire in tale scenario globale: se con le democrazie avanzate, che riconoscono tali diritti alle minoranze, o se con i Paesi illiberali e ultraconservatori, come ad esempio l’Ungheria in Europa, o la Russia a livello mondiale.

Andrea Montini

 

 

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