Oggi 23 agosto è la giornata mondiale contro la schiavitù. Essa ricorda la notte tra il 22 e il 23 agosto 1791, quando a Santo Domingo vi fu un’insurrezione che fu determinante nell’abolizione della tratta degli schiavi.
La rivolta era guidata da Toussaint Louverture, ricordato come il primo generale nero in assoluto, e fu in assoluto la prima vittoria degli schiavi contro i loro tiranni. Nel corso degli anni, questa giornata internazionale è stata celebrata in un numero sempre maggiore di Stati, di pari passo con la sempre maggiore consapevolezza acquisita. Perché la schiavitù non va dimenticata, così come non vanno dimenticati tutti i casi di violazione dei diritti umani.
La libertà è un diritto che tutti hanno, ma spesso e volentieri essa viene profondamente violata. Ancora oggi. Questa giornata internazionale non ha solo scopi celebrativi, ma mira anche a sensibilizzare il mondo intero. Nonostante la tratta degli schiavi sia considerata da tempo un reato, la libertà è ancora oggi una chimera per moltissime persone. Colore della pelle, cultura e religione non fanno differenza. Ogni giorno vengono compiuti i peggiori crimini contro l’umanità, crimini dettati dall’odio, un odio cieco che non guarda il colore della pelle. Tutti possono essere vittime di questo odio.
La deprivazione della libertà è ancora oggi all’ordine del giorno. Mentre ci scandalizziamo per la tratta degli schiavi (“Come hanno potuto? Nel Diciottesimo secolo non c’era proprio religione!”), la libertà di tanti esseri umani viene violata ancora ed ancora. Si pensi ai bambini vittime del turismo sessuale, privati dei loro diritti per il piacere di tanti uomini alla ricerca di “esperienze esotiche”. Pensiamo alle sempre più numerose ragazze (anche giovanissime!) provenienti per la maggior parte dai Paesi dell’Est, costrette a prostituirsi, pena pestaggi o addirittura la morte. Pensiamo anche alle vittime dei più sadici serial killer, tenute prigioniere per anni, per poi essere uccise. La deprivazione della libertà non guarda l’etnia. Certo è che, spesso e volentieri, sono proprio le etnie considerate più “deboli” ad essere imprigionate e sfruttate.
La giornata mondiale della schiavitù dovrebbe essere festeggiata? Essa è la giornata dei diritti umani, in quanto essere padroni di se stessi è il più basilare diritto umano. Un giorno, forse, tutti potranno dire di essere liberi, ma fino a quel momento non dimentichiamo. Non si deve dimenticare.