Il 16 Novembre è la Giornata Internazionale della Tolleranza, istituita dall’UNESCO nel 1995. La necessità di dedicare un giorno apposito nasce dalla volontà di ricordare i principi che la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ha sancito nel 1948.
Le giornate mondiali sono ormai sempre di più e abbracciano temi eterogenei e urgenti. Ma, nel caso del 16 Novembre, il senso della riflessione si fa più ampio.
Il principio di tolleranza infatti è una predisposizione dell’animo che presuppone un incontro con la dimensione dell’altro e ne determina la riuscita della relazione. Se non c’è tolleranza non c’è incontro possibile, libertà, affermazione personale.
Ecco come l’Enciclopedia Treccani definisce il concetto di “tolleranza”:
“Il fatto di tollerare, nel senso di consentire o ammettere che qualche cosa esista, sia fatta, avvenga. In particolare.: a. Atteggiamento teorico e pratico di chi, in fatto di religione, politica, etica, scienza, arte, letteratura, rispetta le convinzioni altrui, anche se profondamente diverse da quelle cui egli aderisce, e non ne impedisce la pratica estrinsecazione, o di chi consente in altri, con indulgenza e comprensione, un comportamento che sia difforme o addirittura contrastante ai suoi principi, alle sue esigenze, ai suoi desideri”. (Enciclopedia Treccani)
In un mondo apparentemente connesso sul piano tecnologico, una riflessione su una reale connessione tra gli individui si fa sempre più necessaria.
Le donne e gli uomini della contemporaneità hanno davvero la libertà di affermare la propria identità, senza trovarsi a fare i conti con limitazioni imposte dall’esterno che minano questo diritto fondamentale dell’uomo?
L’intolleranza si è verificata in passato, e continua tutt’oggi, ogniqualvolta non venga accettato l’altro per precise appartenenze etniche, culturali, ideologiche, politiche, religiose. Disciminazioni sono riservate anche a coloro che presentano una presunta non conformità al genere e all’orientamento sessuale comunemente riconosciuti.
La non accettazione teorica è solo il primo passo, che precede dei gesti di intolleranza concreta: guerre, pulizie etniche, discriminazioni, intimidazioni, abusi fisici e psicologici.
La Storia ha dato prova concreta delle effettive conseguenze della mancanza di tolleranza, così come lo hanno fatto le testimonianze dirette di chi le ha subite in prima persona.
La Giornata Internazionale della Tolleranza si scopre ancora oggi attuale e necessaria.
La memoria è l’arma più potente che il presente conosce per non ripetere gli orrori del passato.
Ogni Stato di diritto dovrebbe attuare delle politiche che proteggano le minoranze dall’intolleranza e promuovano una diversità culturale che insegni i principi di coesione e convivenza, nel rispetto reciproco.
Ma, l’educazione ai valori che garantiscono i diritti fondamentali dell’uomo dovrebbero essere una precisa responsabilità di tutti. Responsabilità che si attua non solo nella trasmissione di tali valori a chi mi sta a fianco, ma nella sua effettiva messa in pratica.
L’intolleranza si nutre dell’abulia di chi guarda dall’altra parte quando qualcuno è vittima.
La cronaca recente ci restituisce un esempio attuale e molto grave di intolleranza, che ha visto protagonista la senatrice Liliana Segre, vittima di minacce antisemite.
Proprio in occasione della Giornata Internazionale della Tolleranza, il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani chiede che si faccia maggior attenzione affinché determinati valori vengano trasmessi ai giovani.
L’urgenza in Italia è balzata agli onori della cronaca per il caso Segre. La senatrice è oggi costretta alla scorta per le minacce ricevute, ma sono molteplici i casi concreti di odio e intolleranza come questo.
Le fondamenta del Paese del futuro sono i giovani, i quali devono essere al centro di iniziative sempre maggiori che li inducano alla conoscenza, allo sviluppo di capacità empatiche, di un pensiero libero da preconcetti e disposto a un incontro con l’altro.
“Dato che non penseremo mai nello stesso modo e vedremo la verità per frammenti e da diversi angoli di visuale, la regola della nostra condotta è la tolleranza reciproca” (Gandhi).
Claudia Volonterio