La Francia vieta l’hijab alle atlete

hijab alle atlete

La Francia ha votato per vietare l’hijab alle atlete nelle competizioni sportive. L’emendamento è stato approvato con 160 voti favorevoli e 143 contrari.

Il Senato francese ha approvato l’emendamento, modificando una legge del governo già in vigore da tempo. L’obiettivo è quello di rendere più democratico lo sport, eliminando ogni simbolo religioso dalle competizioni sportive.

La decisione ha, immediatamente, suscitato le reazioni più disparate dai vari fronti contrari. Il governo del Presidente Macron aveva, inizialmente, provato ad ostacolare l’approvazione dell’emendamento.

Il dibattito sul velo in Francia dura infatti da moltissimi anni. La manifestazione di simboli religiosi, nelle competizioni sportive o sui luoghi di lavoro, in un paese laico come la Francia è sempre stato oggetto di contese.

Nel 1994 una circolare ministeriale della Pubblica Istruzione francese esortava i Presidi delle scuole pubbliche a vietare alle studentesse di indossare il velo islamico. Nel 2004 un’altra legge ne sanciva il divieto. L’obiettivo era quello di “abbattere” le differenze culturali e religiose tra i vari studenti.

Un ulteriore legge del 2019 vietava alle madri di accompagnare i figli alle gite scolastiche o portarli a scuola se indossavano l’hijab.

In spiaggia, inoltre, le donne non posso indossare il burkini, il costume da bagno tipico usato dalle donne musulmane.

Per lo stesso motivo per cui è stato vietato nelle scuole, è stato deciso di vietare l’uso dell’hijab alle atlete durante le competizioni sportive. Secondo l’emendamento infatti l’hijab viola la neutralità sul campo da gioco.

Inoltre l’emendamento mette in luce il timore di una possibile nascita di club sportivi comunitari legati ai vari segni religiosi. Club che potrebbero portare a episodi di fanatismo religioso.

In seguito all’approvazione della legge, immediatamente attive le proteste, non soltanto delle sportive, ma di tutte le donne musulmane, che sono scese nelle piazze per protestare contro una legge che viola la libertà di ciascuna di loro.




Il Senato francese afferma che si tratta di un provvedimento necessario per garantire la laicità dello Stato, l’uguaglianza delle atlete sul campo da gioco e per mantenere la sicurezza delle stesse.

Il provvedimento, inoltre, è stato approvato per eliminare un “simbolo” che, secondo molti, sottolinea l’inferiorità della donna  rispetto all’uomo.

Anche per questo protestano le donne musulmane, sottolineando che indossare l’hijab è una scelta libera di ogni singola donna. Nessuna musulmana è costretta a portare addosso qualcosa che non vuole o simboli a cui non crede. Ed è proprio perché si tratta di una libera scelta che la donna non è inferiore all’uomo. Piuttosto, se è la società a pensare che una donna sia sottomessa all’uomo esclusivamente per un copricapo, allora sarà la stessa società a ritenerla tale.

Ciò non dovrebbe accadere in un paese che si definisce civile e democratico e che dice di voler lottare per la tutela dei diritti di tutti gli individui.

Irene Amenta

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