La Francia respinge 200 profughi al confine

Nella notte tra domenica e lunedì 400 profughi hanno lasciato l’accampamento abusivo sul greto del fiume Roja (Ventimiglia). Dopo aver raccolto i pochi averi sono messi in marcia per le strade buie di montagna verso il confine francese situato a pochi chilometri di distanza.

A scatenare la fuga è stata una comunicazione (successivamente smentita) del sindaco di Ventimiglia su una futura pulizia del fiume che avrebbe messo a rischio di sgombero l’accampamento. Così i rifugiati hanno deciso di abbandonare in massa la loro precaria sistemazione per cercare fortuna oltre il confine.

Appena partito l’allarme le forze dell’ordine italiane sono intervenute con una vera e propria caccia all’uomo per bloccare i fuggiaschi. Avvalendosi di mezzi di discutibile necessità tra cui cani e lacrimogeni sono riusciti a fermare circa metà dei profughi mentre si trovavano ancora sul territorio italiano. I restanti 200 hanno raggiunto il confine francese ma in pochi sono riusciti a sfuggire alla Gendarmerie. Quasi tutti sono stati fermati e rispediti indietro dalle autorità, una parte è tuttora dispersa tra le montagne della valle Roja.

La situazione nella città ligure di confine rimane preoccupante. Poche ore fa è arrivato l’appello di Medici senza frontiere. L’associazione è presente da diversi mesi a Ventimiglia per garantire l’assistenza ed i soccorsi ai bisognosi. È stata espressa”Profonda preoccupazione per la condizione dei circa cento migranti, tra i quali alcuni minori non accompagnati, che da diverse settimane dormivano lungo il fiume Roja e che si sono dispersi sulle montagne al confine tra Italia e Francia“.

Non è la prima volta che sui confini delle Alpi Marittime si assiste a scenari simili. Nell’ultimo anno la Francia ha schierato una fila di scudi della Gendarmerie per difendersi dell’emergenza profughi in più occasioni.

Intanto l’esodo continua inesorabile sotto gli occhi di un’Europa che in questi casi sembra tutto meno che unita.

Grigorij Silaev

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