I paesi in cui si mangia meglio sono Francia, Canada e Giappone. Il Food Sustainability Index, voluto dalla fondazione Barilla Center for Food and Nutrition e realizzato da The Economist Intelligence Unit ,centro di ricerca del Gruppo The Economist, ha dichiarato che in questi paesi si mangia meglio. Ma in che senso? Mangiare meglio non è inteso solo per quanto riguarda la qualità ed il gusto dei cibi, ma anche per la sostenibilità, la produzione e la distribuzione del cibo.
Il Food Sustainability Index è stato presentato da Guido Barilla a Milano, durante la settima edizione dell’ dell’International Forum on Food and Nutrition. Esso è l’unico sistema che misura la sostenibilità alimentare sulla base di scelte nutrizionali, dell’agricoltura e dello spreco alimentare, ancora oggi estremamente diffuso in molti paesi. Guido Barilla ha spiegato: “Il Food Sustainability Index servirà a farci capire dove si mangia meglio al mondo, non in termini di ‘gusto’, ma di sostenibilità del sistema alimentare, permettendo agli studiosi e ai decisori politici di capire come orientare ricerche e scelte politiche. Il cibo italiano? Il più buono al mondo come gusto, per me: ma come sistema alimentare, anche se siamo nella parte alta della classifica, dobbiamo fare meglio”.
La prima in classifica è la Francia, la quale vanta di numerose politiche contro lo spreco alimentare. A seguire Canada e Giappone, i quali promuovono regimi alimentari corretti e sostenibilità agricola. Nella parte bassa della classifica si trovano India, Etiopia, Arabia Saudita, Egitto e Nigeria. Alcuni fra questi paesi, come ad esempio l’India, sono molto poveri e quindi hanno poco cibo a disposizione e devono affrontare il problema della malnutrizione. In altri paesi, come ad esempio in Arabia Saudita, ci sono livelli altissimi di obesità e di spreco di cibo.
L’Italia è sesta in classifica: il nostro paese è stato premiato per la sostenibilità dell’agricoltura, per la riduzione delle emissioni nocive agricole e per il contrastare lo spreco di cibo (l’Italia è uno dei paesi che si sta mobilitando di più per contrastare questo problema), anche attraverso la creazione di leggi, come quella promulgata lo scorso agosto. L’Italia, però, non è ancora così innovativa come lo è la Francia: il problema riguarda l’obesità infantile e l’eccessiva alimentazione.
Il Food Sustainability Index è stato creato sulla base di 58 parametri e tre ambiti di ricerca: sfide nutrizionali, agricoltura sostenibile e spreco di cibo. Esso ha analizzato 25 paesi, che rappresentato i due terzi della popolazione mondiale e l’87% del Pil. È possibile trovare la classifica sul sito Internet http://foodsustainability.eiu.com
La fondazione Barilla e l’Economist Intelligence Unit hanno creato un nuovo progetto, il City Monitor. Come descritto sul sito web di Food Sustainability “City Monitor is an indicator-level analysis pilot project on urban food systems. It is a first step in assembling a set of indicators to understand the dynamics of urban food systems through data and policy assessments.” Esso infatti permette di scoprire le dinamiche del sistema alimentare urbano attraverso la raccolta di dati riguardanti l’alimentazione in 16 città del Mondo.
Le prime città nelle quali verrà sperimentato questo nuovo progetto saranno Londra, Milano, Parigi, Toronto, Belo Horizonte, Johannesburg, Shanghai, Kyoto, Messico City, Berlino, Mosca, Tel Aviv, Dubai, San Francisco, Lagos e Mumbai