Un amore particolare connesso ad una prospettiva universale: ecco il centro della produzione documentaria e artistica di Hilde Lotz-Bauer, storica dell’arte e fotografa dallo sguardo unico. La vita e l’opera della fotografa, infatti, sono indissolubilmente intrecciate con l’Italia del Ventennio fascista, ma assumono un valore senza tempo nella loro capacità di racchiudere la globalità dell’esperienza umana.
La vita della grande pioniera della street photography
Nonostante l’oblio a cui è stata per lungo tempo relegata, è stata una grande pioniera della street photography e tutt’oggi rappresenta un modello esemplare per questa forma espressiva. Nata nel 1907 a Monaco di Baviera, in seguito al dottorato in Storia dell’Arte e grazie ad una borsa di studio della Biblioteca Hertziana giunge a Roma nel 1934. È qui che diviene una libera professionista collaborando, come unica donna fotografa, con gli Istituti Storici di Roma e Firenze, affiancata dal primo marito, lo storico dell’arte Bernhardt Degenhart. Con il suo travolgente sguardo si impone così in un panorama accademico prettamente maschile.
In seguito al divorzio nel 1939, conosce Wolfang Lotz, direttore della Biblioteca Hertziana, col quale si sposerà per una seconda volta nel 1941. Nel 1943 la guerra costringe i due coniugi a rifugiarsi a Monaco e dal 1953 al 1962 lavorano negli Stati Uniti, periodo dopo il quale torneranno nella loro amata Italia. Alla morte per infarto del marito nel 1981, Hilde decide di fare ritorno a Monaco, dove morirà quasi cieca nel 1999. È sepolta a Roma nel cimitero acattolico, accanto al marito.
L’opera di Hilde Lotz-Bauer, tra storia dell’arte e fotografia
Se inizialmente la fotografia è per Hilde un mezzo per documentare i tesori del patrimonio artistico dell’Italia su commissione di storici dell’arte e accademici, man mano che la studiosa conosce la cultura e specialmente le persone che la conservano, l’arte fotografica stessa assume un valore più intimo e rivelatore di strumento di reportage e di critica sociale. Immortalando da nord a sud la vita così come le si presenta davanti all’obiettivo, la fotografa costruisce un ritratto senza precedenti delle comunità italiane che incontra, mettendo in luce l’essenzialità della quotidianità.
Con l’inseparabile Leica maneggevole e leggera e soprattutto con la sua distintiva presenza discreta e il suo sguardo unico suggestionato dagli studi sull’arte italiana, realizza ritratti immortali di persone impegnate in attività consuete, durante le faccende domestiche, al lavoro, negli abiti tradizionali e nelle occasioni festive. Ed è in Abruzzo, nella montuosa zona della Marsica, che questa peculiare capacità della fotografa assume la sua forma più completa. Influenzata dalla lettura del romanzo Fontamara di Ignazio Silone, edito per la prima volta in Svizzera in lingua tedesca a causa dell’esilio dello scrittore abruzzese antifascista, l’artista rimane affascinata dalla vita che si conduce nel piccolo borgo di Scanno.
L’importanza di Scanno, città dei fotografi
Sono le donne di Scanno che costituiscono il principale catalizzatore dell’interesse e della fascinazione di Hilde: immortalate con gli abiti tradizionali durante le celebrazioni, impegnate a lavorare fuori dalle porte delle loro case, nelle piazze, mentre portano sulla testa catini di abiti lavati da asciugare all’aperto sulle cataste di legna. In questi scatti si intrecciano a maglie strettissime la quotidianità della vita individuale e la sacralità della vita umana: la fotografa è capace così di distinguersi come grande artista raffigurando la singolarità di ogni persona e contemporaneamente trasformando i suoi soggetti in icone senza tempo, in un misto impressionante di reportage documentario e produzione artistica.
Il Museo di Roma in Trastevere accoglie Hilde Lotz-Bauer
L’opera fotografica di Lotz-Bauer ottiene negli ultimi anni una sempre maggiore attenzione, grazie soprattutto al fondamentale contributo della famiglia e degli amici, i quali sono riusciti a raccogliere il suo prezioso lascito, così da renderne possibile la fruizione ad un pubblico sempre più ampio. Il suo lavoro fotografico è attualmente in mostra fino al 5 maggio 2024 al Museo di Roma in Trastevere, a cura di Federica Klapper e Corinna Lotz (la figlia dell’artista), intitolata Hilde in Italia. Arte e vita nelle fotografie di Hilde Lotz-Bauer.
La mostra, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e dall’Organizzazione Archivio Hilde Lotz-Bauer. In questa occasione viene presentata l’opera complessiva realizzata proprio nel decennio 1934-1943, durante la sua permanenza a Scanno e nei suoi viaggi attraverso l’Italia.