Un disegno, una meditazione.
Dieter Asmus, artista tedesco, nato ad Amburgo nel 1939, facente parte del realismo europeo, ha approfondito le tematiche dell’approccio fotografico al mondo sensibile, e la sua caratura nelle rappresentazioni artistiche.
Egli sostiene come l’apparecchio fotografico, in teoria costruito similare all’occhio umano, agisca senza apprezzamento di valore, riproducendo immagini selezionate in base a come è stato programmato. Mentre l’essere umano, nella parole di Asmus, “vede anche quel che sa” e che intende vedere.
Opera una selezione in base alle impressioni ricevute dal suo ambiente e rispetto a cosa egli ritenga valevole o meno. Pertanto il concetto di realismo è strettamente connesso a una concezione della realtà di stampo relativista. E quindi deve essere inteso in senso lato. E’ il punto di vista che condiziona e diventa l’elemento rivelatore e complice della eventuale rappresentazione artistica.
La macchina fotografica dà una riproduzione fedelmente oggettiva, ma che nasconde un significato allegorico ben più profondo. Le foto, oltre ad essere nel quotidiano delle testimonianze del vissuto, sono anche un “prodotto finito in senso artistico”. Secondo Asmus, l’azione aneddotica è l’elemento principale per il fruitore, che trova nella foto il suo attestato documentario. Il punto focale è che costui non è cosciente del carattere pittorico della foto.
Mentre Asmus sostiene che il procedimento fotografico apra altrettante prospettive quanto quelle effettuate con la tela e il cavalletto. Una foto non acquisisce valore pittorico se non dal momento in cui viene tradotta in termini convenzionalmente noti a noi, simili a quelli del quadro. E’ il mezzo stesso, cioè la pittura, a stabilire il significato del messaggio.
Riflettendo su questo punto, Asmus puntualizza che per la sua opera “la foto è essenzialmente al servizio d’una oggettivazione della cosa rappresentata”. Per l’artista è esclusivamente un mezzo, senza a priori un carattere artistico, incarna un procedimento documentario. Il suo obiettivo è trovare una formulazione nuova dell’oggetto, adattata all’epoca contemporanea grazie alla fotografia. Grazie ad essa si pone un limite ad una possibile regressione verso un epoca pre-astratta.
Una fotografia non è né catturata né presa con la forza. Essa si offre. È la foto che ti cattura. (Henri Cartier-Bresson)
Quando è ben fatta, la fotografia è interessante. Quando è fatta molto bene, diventa irrazionale e persino magica. Non ha nulla a che vedere con la volontà o il desiderio cosciente del fotografo. Quando la fotografia accade, succede senza sforzo, come un dono che non va interrogato né analizzato. (Elliott Erwitt)