Le donne nella lotta contro la crisi climatica emergono come forze propulsive per il cambiamento. In un contesto dove le sfide interconnesse affrontate dall’umanità convergono, il legame tra la discriminazione di genere, la crisi climatica e la necessità di un approccio ecologico più inclusivo diventa sempre più evidente. Analizzando l’impatto delle disuguaglianze di genere sulla crisi climatica, emerge un quadro complesso che richiede un’azione coordinata e una maggiore attenzione alla prospettiva di genere in tutti gli aspetti del cambiamento globale.
La crisi climatica rappresenta una sfida globale che va ben oltre la sfera ambientale, poiché aggrava significativamente le disuguaglianze di genere. Tuttavia, paradossalmente, le donne possono diventare attori chiave nel processo di cambiamento necessario. Uno dei tratti più intriganti della lotta contro la crisi climatica è il suo intrecciarsi con le altre lotte cruciali del nostro tempo: non può esserci autentico impegno ecologico senza la concomitante attenzione all’antirazzismo, all’anticolonialismo e, sottolineando l’aspetto centrale di questo articolo, al femminismo.
La connessione tra crisi climatica e disuguaglianze di genere potrebbe non risultare ovvia a prima vista. Tuttavia, una consultazione del report “Gender Equality in Times of Crisis” del Social Institutions and Gender Index (SIGI) può dissipare dubbi e chiarire l’importante legame tra i due aspetti. Questo rapporto, rilasciato in occasione della Woman Deliver 2023 Conference a Kigali, Rwanda, analizza dati relativi alla discriminazione di genere in 179 Paesi nel periodo dal 2019 a oggi. Nonostante vi siano stati progressi, emergono lacune che richiedono un’accelerazione nell’adozione di misure inclusive ed equitative.
Grazie all’incessante impegno delle organizzazioni femministe, molti paesi hanno introdotto riforme legali per tutelare le donne. Tuttavia, la situazione non è uniforme: l’accesso all’aborto, anche quando legale, è minacciato nella pratica in molte nazioni, e la rappresentanza politica delle donne è ancora lontana dall’essere soddisfacente.
Nonostante il ruolo essenziale che le donne rivestono nella gestione dell’approvvigionamento idrico, dell’irrigazione e dell’energia domestica in Paesi a basso reddito, esse rimangono sproporzionatamente responsabili delle attività di cura e dei lavori domestici. Questo si traduce in un ineguale accesso all’eredità e nel rischio di matrimonio precoce e forzato in alcune aree.
La sfera familiare continua ad essere terreno fertile per le disuguaglianze di genere. L’agency ridotta delle donne nelle decisioni familiari si traduce in maggiore vulnerabilità alle violenze e ai cambiamenti climatici. La diminuzione del loro potere decisionale in questa sfera si riflette anche nel mondo pubblico, con leggi e politiche spesso pensate e fatte dagli uomini, a discapito delle donne.
La crisi climatica acuisce le disuguaglianze di genere in vari modi. Ad esempio, durante le catastrofi naturali, donne e bambini sono a rischio di morte in misura molto maggiore rispetto agli uomini. Tuttavia, l’approccio alla gestione dei rischi climatici è spesso guidato dagli uomini, con una prospettiva di genere carente nel 60% delle strategie di sviluppo a basse emissioni.
Nonostante ciò, la crisi climatica può anche rappresentare un’opportunità di cambiamento positivo. Potenziare l’empowerment femminile, ridurre i divari di genere e includere le donne nei processi decisionali può arricchire le strategie di mitigazione e adattamento.
Le disuguaglianze di genere aggravate dalla crisi climatica non sono solo problematiche da affrontare, ma possono anche costituire un terreno fertile per il cambiamento e l’uguaglianza. Le lotte femministe e la promozione dell’empowerment delle donne possono contribuire in modo significativo a sfidare gli ostacoli posti dalla crisi climatica, aprendo la strada a soluzioni più inclusive e sostenibili.