La forma del Casalino e altre caciotte
L’Italia è un paese senza mezze misure: o genera il genio o la mediocrità, mentre la via mediana tra il talento puro e l’assoluta inconsistenza è abitata, con desolante preoccupazione, da numerosissimi opinionisti, proto-esperti, infettivo-criminologi, allenatori di nazionali ed esperti cuochi a fornelli spenti, tutti stipati in “Storie Italiane”, trasmissione istericamente urlata da promettenti posseduti – che ambiscono al posto anticristo – che farebbero sciogliere con un solo sguardo anche il cerone di IT!
Non è stato facile ottenere tutto questo. Ci sono voluti anni e anni di selvaggio ed inesorabile indebolimento della dignità, della decenza e del rispetto di noi stessi. Passare da Benedetto Croce a Diego Fusaro – che è un po’ come passare dal Brunello di Montalcino all’urinoterapia – ha richiesto una resa incondizionata di tutta la nostra straordinaria tradizione, grattata via a forza di analgesici culturali fatti di: “Ciao, da dove chiami, a casa tutto bene? Indovina quante palline ci sono nel contenitore”, evolutisi poi in reality voyeuristici nei quali non deperiscono mai del tutto vip fino al quel momento rimasti ignoti persino ai loro consanguinei!
In questo “nuovo mondo” senza luogo sono nati i nostri più esimi rappresentanti: i due Matteo nazionali, Renzi e Salvini – due testicoli un solo scroto – e adesso anche il fenomeno Rocco Casalino!
Egli non è un politico, no! E’ un aggiornamento firmwere del programma già in uso. Casalino lavora nell’ombra, almeno questa sarebbe la sua pretesa. Infatti è il portavoce del premier Conte. Ha uno stipendio di tutto rispetto, poiché – sottolinea – è reperibile h24. Qui la prima nota dolente: gli avrei creduto se fosse stato il portavoce di Kennedy durante la crisi dei missili a Cuba, ma dichiarare di lavorare come un mulo per un presidente del consiglio che appare meno della Madonna a Medjugorje – miracoli e pile non inclusi nella confezione – mi pare un po’ una presa per il c…! No?
Comunque sorvoliamo; è sempre di cattivo gusto fare i conti nelle tasche degli altri, ed è anche una mancanza di rispetto ascoltare e riportare le conversazioni altrui, ma è risaputo: nell’epoca della comunicazione totale può capitare, ed è appunto capitato al megafono Casalino, il quale in un messaggio vocale dichiara che ci sono dei funzionari dei ministeri economici che remano contro il reddito di cittadinanza, persone che devono adeguarsi, altrimenti è pronta per loro una “megavendetta”. Ha visto troppe puntate di Dragon Ball!
Sarà anche sempre reperibile ma come esperto di comunicazione è una vera ciofeca! Almeno Toninelli è un idiota pieno di gioia interiore, esprimerà male il suo puerile entusiasmo, ma ci prova! Sì lo so, gioca ancora coi Lego da Vespa e ha detto che sul nuovo ponte a Genova ci faranno la festa del patrono e che i cittadini potranno recarsi per fare dei picnic e dei corsi comunali di danze latinoamericane, ma è quantomeno bucolicamente fesso, invece Casalino è un fesso cupo e cattivo. Non presta la minima attenzione a ciò che dice, cita persino la “notte dei lunghi coltelli”, e pure male! Ma ha una foto di Goebbels sotto il cuscino di chiodi?
Immaginiamo uno scenario diverso. Un Casalino meno pieno di sé, attento a ciò che dice e in grado di esprimere le proprie idee in modo sano e sintatticamente compiuto! Quindi un’altra persona. Ebbene questa persona totalmente diversa avrebbe potuto dire: “Noi vogliamo e dobbiamo fare il reddito di cittadinanza. E’ necessario trovare i fondi nonostante vi siano ostracismi nei ministeri, purtroppo alcuni funzionari e dirigenti remano contro” il cambiamento. A uno così che cosa gli vuoi dire? Questo “non Casalino” sarebbe diventato di botto un eroe nazionale. Certo, restava comunque una cazzata, ma un’ esposizione del genere avrebbe messo in evidenza la volontà di una “presunta forza nuova” di abbattere la resistenza dell’establishment (fa sempre figo scriverlo ogni tanto).
Invece no, purtroppo il portavoce del premier invisibile è Casalino, una spina nel fianco della grammatica e della sobrietà istituzionale. Una presenza tanto imbarazzante quanto “inamovibile”, a tal punto da costringere lo stesso governo a scongelare Conte dal suo crio-sonno per difenderlo. Il povero premier ancora tutto allappato e indolenzito si è dovuto improvvisare portavoce del suo portavoce. Che peccato! Non bisogna trattarlo così! Aveva impostato la sveglia per il 2022.
fonte immagine: Il Sole 24 Ore